
Si è concluso nel migliore dei modi un intervento congiunto per salvare la vita a un uomo che, nella tarda mattinata del 17 novembre, ha minacciato di buttarsi dal parapetto che divide il Campidoglio dai Fori Imperiali.
L'uomo, che chiedeva con insistenza un alloggio e cure per una malattia cronica, è stato inizialmente coinvolto dagli agenti della Polizia Locale, dai vigili del fuoco e dagli operatori del 118. Insieme a loro si è quindi unita poco dopo anche la capo gabinetto del sindaco di Roma, Giulia Tempesta, che si trovava negli uffici che guardano su via Monte Tarpeo.
«Appena sono stata avvertita mi sono affacciata e l’ho visto, quindi ho lasciato tutto e sono scesa subito», racconta Tempesta. Giunta sul posto, si è accertata della presenza di un supporto di salvataggio e ha ascoltato la storia dell’uomo, rimasto per lungo tempo in piedi sul muretto in mattoni.
Secondo quanto riportato dalla polizia locale, l’uomo si sarebbe presentato nella zona del Campidoglio nella notte. Quando la capo segreteria ci ha parlato, «lui ha detto che non si fidava più di nessuno, che vive per strada». La sua residenza risultava essere a via Modesta Valenti, lo stesso indirizzo virtuale di Roma Capitale dove si dà una residenza fittizia alle oltre 26mila persone che una casa fissa non ce l’hanno.
«Ho provato a parlarci, gli abbiamo fatto arrivare un cappuccino, una bottiglietta d’acqua, un tramezzino e una sigaretta - continua a raccontare la capo gabinetto del Sindaco -. Nel frattempo abbiamo lavorato per far arrivare subito la sala operativa sociale che poi l'ha preso in carico quando è sceso».
La presenza della capo segreteria è stata di circa trenta minuti, durante i quali la stessa si è confrontata con l'assessore alle Politiche abitative Tobia Zevi e l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute Barbara Funari, «per capire se aveva già fatto una richiesta o se c’era stata una disattenzione anche da parte nostra, ma in realtà non è stata così».
Con l’arrivo dell’auto della sala operativa sociale l’uomo si è quindi tranquillizzato: «Gli abbiamo detto che gli avremmo mandato qualcuno al servizio di accoglienza temporanea per lavorare una serie di documenti per la richiesta dell'alloggio», continua Tempesta. L’uomo è quindi sceso dal parapetto e si è rifugiato nell’auto giunta in soccorso, in attesa dell’aiuto richiesto.
Dall’altro lato della cornetta c’era anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, costantemente aggiornato sulla vicenda mentre portava avanti gli impegni istituzionali della giornata in compagnia di Carlo Verdone. «Voleva sapere come stava, se stava bene, se c'era bisogno di fare qualcosa in più - conclude Tempesta - e alla fine siamo riusciti a gestirla così».
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