
(Foto di Camilla Palladino)
Villa Gordiani si trasforma per un giorno nel cuore di una celebrazione collettiva dedicata a Carlo Verdone, nominato simbolicamente sindaco di Roma per 24 ore e accolto nel V municipio da una folla che ha trasformato l’iniziativa in una festa di quartiere. Nell’area di via Olevano Romano, già segnata dall’esplosione del distributore a luglio, l’attore e regista ha affiancato Roberto Gualtieri nell’inaugurazione di una nuova area giochi, tra applausi, cori, bambini commossi e residenti accorsi in massa per salutarlo e fargli gli auguri per i suoi 75 anni.
Sin dal suo arrivo, Verdone viene stretto in una catena di entusiasmo: «Auguri Carle’», gridano alcune signore, mentre decine di bambini intonano un coro che riempie il parco. «Li ho abbracciati tutti, anche io sono stato bambino come loro», racconta il regista, travolto da selfie, strette di mano e richieste di foto.
Accanto a lui, il sindaco Roberto Gualtieri apre la cerimonia ricordando il valore dell’iniziativa: «È un vero piacere per me come assistente sindaco, come sono oggi, rivolgere anche qui a nome di tutti i presenti gli auguri di buon compleanno a Carlo Verdone e ringraziarlo per aver accettato di questa bellissima giornata». Il primo cittadino sottolinea l’importanza dell’intervento: «Oggi inauguriamo una bellissima area ludica, una delle tantissime che stiamo realizzando grazie ai municipi, in questo caso al quinto, e grazie a Sabrina Alfonsi e all’assessorato in tanti parchi perché per noi il diritto al gioco per i bambini è un diritto fondamentale».
Attorno ai due, la presenza istituzionale è ampia: l’assessora capitolina all’Ambiente Sabrina Alfonsi, la vicepresidente del V municipio Maura Lostia che invita Verdone alla cerimonia del 24 febbraio per la panchina dedicata ad Alberto Sordi, iniziativa nata in collaborazione con la Fondazione Museo Alberto Sordi.
Il momento più simbolico arriva con la piantumazione di una sughera all’interno del parco, gesto che anticipa la seconda tappa della giornata dell’attore. Prima di lasciare Villa Gordiani, Verdone torna davanti al microfono, visibilmente emozionato: «È stato veramente molto commovente vedere tutti quei bambini che mi facevano gli auguri, perché anch’io sono stato bambino, anch’io ho giocato in aree ludiche che però erano tremende, sulla ghiaia».
Poi l’affondo che sintetizza l’intero spirito della giornata: «Tutto quello che si può fare per i bambini e per i giovani è sacro perché questi sono il nostro futuro. Bisogna creare aggregazione e soprattutto condivisione. Ci sono tante culture diverse, ma alla fine Roma accoglie tutti perché è una grande madre che abbraccia e vuole bene. È una madre che accoglie tutti». Una visione ribadita anche ai residenti che lo salutano a fine evento: «Devo ringraziare Roberto Gualtieri ma anche i miei genitori che mi hanno fatto amare questa città, che è grande, ha periferie grandi come Perugia o Terni. Voi dovete crescere e dobbiamo dare un futuro ai giovani, anche un semplice parco è importante, nel mio piccolo quello che posso fare lo farò. Ho voluto venire in periferia perché penso che qui ci sia più umanità che nel centro, non lo dico per fare il ruffiano, per questo ho voluto venire qui».
A chiusura della visita, Verdone riceve in omaggio un giubbotto del Servizio Giardini e, mentre lascia il parco, una sciarpa e un gagliardetto giallorosso che confermano, tra applausi e sorrisi, la sua dichiarata romanità e il legame profondo con una città che, per un giorno, lo ha abbracciato come il suo vero sindaco.
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