
A Roma dall’inizio dell’anno sono morte sulle strade quasi cento persone, sono 160 quelle che hanno perso la vita se si considera anche la provincia. La velocità è tra le principali cause degli scontri stradali, come hanno ricordato nella mattinata di domenica 16 novembre le associazioni romane per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile riunite in via Cristoforo Colombo, proprio dove tre anni fa è stato investito ed ucciso il giovane Francesco Valdiserri.
Dopo poche ore, più a sud, si è tenuto il presidio di Fratelli d’Italia. «No città 30 senza criterio, no ciclabili inutili, no ztl», si legge su un volantino e sullo striscione posizionato su un autobus in occasione della manifestazione, a piazzale Nervi, vicino al palazzo dello Sport. Da qui era prevista una sfilata in automobile fino a viale della XVII Olimpiade.
«Sfiliamo in macchina contro la mobilità insostenibile di Gualtieri» dicono.
Una scelta che nella Giornata in ricordo delle vittime della strada ha fatto discutere. Anche perché l’opposizione alle «zone 30» si scontra con un dato emerso nella città di Bologna dove nel centro storico è stato stabilito il limite di 30 km orari. Qui il numero dei morti sulle strade si è dimezzato in un anno. Ma soprattutto nelle vie cittadine non si sono registrate vittime tra i pedoni.
«Trovo surreale che un partito politico in questa giornata scelga di sfilare con le automobili che sono una delle cause delle vittime sulle strade», e’ il commento del consigliere capitolino, presidente della commissione mobilità di Roma, Giovanni Zannola.
Critiche che, probabilmente, hanno indotto Fratelli d’Italia a cambiare programma. Il corteo non è partito: «Significherebbe paralizzare la città con oltre 300 auto», hanno annunciato dal palco gli organizzatori. Una scelta di responsabilità - hanno aggiunto - contro chi ci accusa di essere poco sensibili». Un minuto di silenzio per i morti sulle strade ha dato, così, il via al presidio.
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