Roma, 4 dicembre 2025
Cronaca di Roma

Bomba carta a Ostia, per l'Osservatorio Antimafia c'è correlazione tra attentato e sentenza a presunto omicida di Diabolik

Il presidente Ruffo, 'il proprietario della palestra da sempre vicino al boss, oggi ci riuniamo per discutere il da farsi'

di Giacomo ZitoULTIMO AGGIORNAMENTO 5 mesi fa - TEMPO DI LETTURA 2'

«Svegliarsi con il suono delle bombe, i vetri in frantumi le auto distrutte, è un qualcosa che credevamo di esserci lasciati alle spalle da tempo. Uno scenario di guerra che non pensavamo di dover più vedere, che dovrebbe far riflettere tutti, soprattutto chi da mesi tenta di sminuire quanto accade nascondendosi dietro la necessità di non 'danneggiare l'immagine di Ostia'».

In un lungo commento, il presidente dell'Osservatorio per la Legalità e l'Antimafia Sociale, Federico Ruffo, interviene in merito all'esplosione avvenuta attorno alle 3 di notte di giovedì 26 giugno sulla saracinesca della palestra dell'ex campione di pugilato Gianni Di Napoli a Ostia, padre di Kevin (anche lui pugile). Il suo è un messaggio che fa in particolare eco a quanto già espresso lo scorso 27 marzo sui roghi negli stabilimenti balneari e risponde alle polemiche sorte successivamente, rivolte in particolare contri chi protestava per la narrazione scelta che danneggerebbe l'immagine della zona litorale di Roma.

Il commento di Federico Ruffo

Sono otto, ricorda Ruffo, i roghi negli stabilimenti balneari di Ostia ai quali, il 26 giugno, si aggiunge una «bomba in centro abitato» e tutto solo da febbraio. I numeri, per il presidente dell'Osservatorio che proprio a seguito dell'ulteriore atto intimidatorio ha convocato una riunione speciale, sono quindi «la risposta più chiara a chi da quando mi sono insediato invita a non parlare di crimine organizzato o peggio ancora di mafia per non 'danneggiare' l'immagine di Ostia».

Un messaggio chiaro, quello di Ruffo, rivolto a chi gli chiedeva di usare un'altra narrazione in merito a quanto stava avvenendo sul litorale romano. Richiesta che lo stesso interessato ha deciso di non seguire, tirando in ballo quella che definisce una «singolare coincidenza», ovvero l'attentato avvenuto «alla palestra di proprietà di un uomo ritenuto vicino all'organizzazione criminale guidata da Fabrizio 'Diabolik' Piscitelli (ucciso nell'agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti) proprio il giorno della sentenza definitiva contro il suo sicario, che lo avrebbe ucciso per l'eccesso di arroganza criminale mostrata dal boss e dai suoi sodali».

In realtà, va sottolineato che la sentenza era già stata emanata il 25 marzo e non è definitiva bensì della terza corte di Assise di Roma e pertanto passerà successivamente in Appello come già dichiarato dai legali del presunto esecutore dell'omicidio, Gustavo Alejandro Musumeci (anche noto come Raul Esteban Calderon).

Il 25 giugno, invece, sono state pubblicate le motivazioni della sentenza da parte dei giudici. Nella stessa si sottolinea come, secondo i magistrati, Piscitelli sia stato ucciso perché a capo di un'organizzazione criminale dedita al narcotraffico e per un eccesso di arroganza nel non aver voluto accettare un regalo ritenuto troppo poco costoso in rapporto a un credito maturato nei confronti di un altro pregiudicato, ovvero Alessandro Capriotti (noto come 'il Fornaro' o 'il Miliardero').

La coincidenza tra l'esplosione e la pubblicazione delle motivazioni della sentenza non è altro per Ruffo che «un'eredità criminale con cui purtroppo dobbiamo ancora fare i conti». Il suo impegno, in vista della riunione speciale dell'Osservatorio, è quindi rivolto agli ostiensi, a cui «dobbiamo un segnale veloce e immediato».

I frequentatori della palestra e la correlazione con l'omicidio di Diabolik

Il Di Napoli Boxing Team aveva iniziato le sue attività nell'omonima palestra a via delle Azzorre 451 nel 2024. Già da subito, grazie al lustro della famiglia Di Napoli nel mondo del pugilato, la palestra era diventata particolarmente nota. Nella cerchia di persone che hanno visitato la struttura ci sono infatti nomi del calibro di Fabrizio Corona, presente anche nei primi giorni dopo l'apertura.

Il figlio del proprietario, Kevin, è inoltre particolarmente legato a Tony Effe come dimostrato anche una delle ultime foto pubblicate dal pugile sul suo account Instagram, datata 27 settembre 2024, in cui il boxeur indossa una maglia dei tifosi romanisti del Gruppo Quadraro. Un dettaglio, quest'ultimo, di non poco conto considerato che solo un anno prima si faceva ritrarre, invece, con la felpa della SS Lazio insieme a Corona mentre sempre nel 2023 pubblicava un video per ringraziare i «ragazzi dell'Offensiva Ultras» che in uno striscione gli facevano gli auguri di compleanno.

Classe 1996, Kevin era una promessa del pugilato già da molto giovane. Le sue frequentazioni gli costarono però una parte della sua carriera sportiva in particolare quando, nel 2018, venne arrestato nell'ambito dell'operazione Maverick con cui i carabinieri sgominarono un'organizzazione criminale guidata da un ex della Banda della Maranella, Salvatore Sibio, operante nel X municipio.

Tra i tratti particolari dell'organizzazione spicca la rivalità con la famiglia degli Spada che, come ricorda anche l'ultimo report della Dia, oltre ad avere una rilevante presa sul territorio del litorale romano ha stretto legami economici oltre che parentali con i Di Silvio e i Casamonica.

Assolto dalle accuse legate al sodalizio criminale, il nome del pugile arrivò quindi anche agli investigatori del 'Grande Raccordo Criminale', l'inchiesta che ha seguito tra gli altri gli affari di Fabrizio Piscitelli nel mondo della malavita romana.

Tornato sul banco degli imputati per altri reati, il figlio del proprietario della palestra colpita è stato quindi costretto ai domiciliari prima e in comunità poi, a Nola, per svolgere lavori socialmente utili. Proprio nelle vicinanze della comunità, a fine luglio del 2024, Kevin Di Napoli è quindi vittima di un agguato.

Di quell'atto Kevin raccontò che si trattava di un tentativo di rapina del Rolex che indossava. Una versione che però non venne molto seguita considerato anche che, nell'occasione, vennero sparati quattro colpi di pistola.

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