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Edoardo Iacolucci

Monte Cervialto, la fiaccolata accende la speranza per i portici abbandonati: «Quest'area merita di vivere»

Aggiornamento: 17 nov 2024

Presente anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, alla fiaccolata organizzata dal comitato «Portici di Via Monte Cervialto» per riportare attenzione sul degrado dei 34 locali abbandonati, proprietà dell’Inps, in un’area che un tempo era un punto vitale del quartiere

Il sindaco Gualtieri alla fiaccolata sotto i portici di via Monte Cervialto
Il sindaco Gualtieri alla fiaccolata sotto i portici di via Monte Cervialto insieme al presidente del III municipio Paolo Marchionne e ai fondatori del «Comitato Via Monte Cervialto»

«I portici devono vivere». «Illuminiamo i portici». Sotto il cielo appena tramontato di via Monte Cervialto, le luci delle candele brillano facendo eco a quelle che i residenti hanno posto tra un edificio e l’altro: piccoli simboli di speranza. È la fiaccolata organizzata dal comitato «Portici di via Monte Cervialto» per riportare attenzione sul degrado dei 34 locali abbandonati - proprietà dell’Inps, un’area che negli anni Sessanta era un punto vitale e commerciale del quartiere.

«Il motivo della nostra iniziativa - spiega Piero Cesarini - uno dei fondatori del comitato - è liberarci dal degrado che ormai affligge questo spazio da 20 anni. Questo è uno spazio che serve alla città, al quartiere e al III municipio. Abbiamo dimostrato che qui si può realizzare arte e cultura».


Infatti, nei mesi scorsi, il comitato ha portato il cinema tra i portici con l'iniziativa “Porticiak”: «C’è stata una risposta della cittadinanza - continua Piero Cesarini -. Sono venuti Verdone, Garrone, Zerocalcare, Marco Risi e altri… Noi vorremmo che, però non fossero iniziative estemporanee, ma che fosse un'area sempre vivibile. Vorremmo realizzare un polo civico, dove all'interno ci possano essere associazioni e piccolo commercio: quest'area merita di vivere».


Le fiaccole si accendono in via Monte Cervialto

Adesso sono circa cento residenti radunati tra i portici, uniti nel chiedere un futuro diverso per questa zona che sembra dimenticata.

Le fiaccole si accendono poco dopo le 18.30. A parlare ora è l’assessore alla cultura del III minicipio, Luca Blasi, che da anni si batte con il comitato e con voce rotta dall’emozione spiega del percorso intrapreso «dalle riunioni "carbonare" al bar, tra le poche attività aperte» passando per le battaglie per liberare l'area dalla microcriminalità - ma sempre mettendo al centro l’ascolto e il rispetto -, fino a questo punto.


Gualtieri: «Prendiamo tutti insieme la strada giusta»

Tra gli esponenti politici, oltre il presidente del III municipio Paolo Marchionne e l’assessore capitolino alle Politiche abitative Tobia Zevi, a percorrere i portici silenziosi e ormai deserti, illuminati solo dalle fiaccole, c’è il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: «Grazie per il lavoro straordinario, questa serata è bellissima con tanta luce e tanta partecipazione, e anche per il lavoro e per l'impegno per cercare di animare questo luogo che ha delle enormi potenzialità». Un luogo che è a un bivio, simbolo di una città che rinasce, o diventare un pezzo di buio: «È importantissimo - continua Gualtieri - cercare tutti insieme di lavorare per scegliere la strada giusta. Noi - sottolinea - come amministrazione non ce la faremmo mai non ci fosse una partecipazione sociale, democratica e territoriale di chi poi questi luoghi li vive e vuole contribuire a renderli migliori».


La strategia possibile del Campidoglio

La situazione rimane comunque complicata perché i locali sono di Inps, non del Campidoglio: «Stiamo cercando con l'assessore Zevi a provare a parlare con Inps, abbiamo tanti tavoli aperti: da loro stiamo cercando di comprare immobili per avere più case popolari. Vorremmo dirgli: “perché non proviamo a fare in modo che se ci aiutate con un prezzo che noi possiamo sostenere ne prendiamo qualcuno e ci mettiamo delle attività, mettendole a disposizione di municipio e associazioni, così anche le altre di vostra proprietà diventino più attrattive per possibili acquirenti?"».


Questo, secondo il primo cittadino, potrebbe aiutare «a far tornare delle attività commerciali che si reggono sulle loro gambe», ricordando anche di come l’iniziativa sia anche propedeutica alla creazione davvero di una città di 15 minuti, che non sia solo uno slogan.


Cesira "lava e stira": «Mi hanno minacciato con la pistola, ma eccomi qua»

Il sindaco oltre a ringraziare i partecipanti alla fiaccolata e i comitati ha volto un pensiero ai gestori delle quattro attività che sono rimaste aperte. Tra di loro, Cesira «lava e stira» sorride lei. Ha quasi 80 anni. Racconta la sua lunga esperienza nella gestione di una lavanderia aperta dal 1966 e portata avanti da lei dal 1971.

Nonostante il desiderio di chiudere l'attività da anni, ha continuato a lavorare tra tante difficoltà: «I ladri sono entrati una volta una decina di anni fa mi hanno tentato di rapinare con una pistola ma io non ho mollato ed eccomi qua».

 

Racconta del declino della zona: dei negozi originari ne rimangono solo quattro, tra cui la sua lavanderia, una cartoleria, un bar e un tappezziere. La situazione è aggravata dalla mancanza di sicurezza e illuminazione, che rende l’ambiente desolato e pericoloso. Nonostante l’età avanzata, e le difficoltà, continua a resistere: «Sono qui non mi do per vinta…».

 

Gli organizzatori continuano a chiedere che i locali vengano recuperati per attività sociali e servizi di prossimità: spazi per coworking, ludoteche, centri per anziani e iniziative culturali che riportino vita in un’area di 13mila metri quadrati lasciata in abbandono per troppo tempo.


La speranza ora è che la luce delle fiaccole si trasformi presto nella luce della nuova vita delle attività.

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