Ex negozi di via Monte Cervialto, Zevi:«Stiamo seguendo la vicenda insieme al sindaco»
Aggiornamento: 15 nov 2024
I residenti hanno organizzato una fiaccolata per chiedere la valorizzazione dei 34 locali di proprietà dell'Inps che sono in condizioni di abbandono generando buio e degrado nel quartiere. La Capitale ha raggiunto al telefono l'assessore Tobia Zevi che ha dichiarato:«Vogliamo affrontare la questione nel tavolo tecnico che il dipartimento Patrimonio ha già aperto con l’Inps per una serie di immobili in tutta la città».

La luce ai portici di Monte Cervialto potrebbe tornare. Non subito. Il percorso è complesso ma «non impossibile», dicono dal Comune il giorno prima della fiaccolata organizzata dai residenti per accendere un faro sui 34 locali dell’Inps in stato di degrado.
«Il buio porta insicurezza e degrado»
L'area dei portici, tra via Monte Cervialto e via Gabrio Casati, è di circa 13 mila metri quadrati e nasce negli anni 60' come uno dei primi centri commerciali all'aperto. Con il tempo alcuni negozi si sono spostati lungo la strada e molti locali sono stati abbandonati anche in seguito alla nascita dei centri commerciali. «Le serrande dei negozi si abbassano per non rialzarsi più e questo buio porta con sé insicurezza, degrado, assenza di diritti e di socialità», dicono gli attivisti del comitato «I portici di Monte Cervialto» che da tre anni organizza iniziative culturali in quell'area e che per venerdì 15 novembre alle 18.30 ha promosso una fiaccolata per chiedere «luce per i portici». Nel video che ha annunciato l'appuntamento, a cui è stato invitato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, sono apparsi anche alcuni artisti come Zerocalcare, Carlo Verdone, Christian Raimo e Matteo Garrone.
«Polo civico»
I residenti vorrebbero che il comune acquisisse questi immobili abbandonati e li cedesse al municipio o alla cittadinanza per realizzare un polo civico con iniziative sociali e servizi per la comunità. Trattandosi di locali commerciali di proprietà dell'Inps, la vertenza non è di semplice soluzione ma l'assessore capitolino al Patrimonio Tobia Zevi ha tracciato uno «schema»
Zevi:«Tavolo tecnico aperto con l'Inps»
«Insieme al sindaco Roberto Gualtieri stiamo seguendo con attenzione e da vicino la mobilitazione per i portici di piazza Monte Cervialto», ha detto Zevi a La Capitale. «In particolare - ha aggiunto - vogliamo affrontare questa questione nel tavolo tecnico che il dipartimento Patrimonio ha già aperto con l’Inps per una serie di immobili in tutta la città». Per l'assessore l’obiettivo è quello di «definire un percorso attraverso il quale riaccendere la luce in questa parte di città grazie a un mix di funzioni: da un lato la riapertura dei negozi, dall’altro la possibilità di destinare alcune serrande ad attività sociali o istituzionale di cui il territorio ha bisogno». Infine l’auspicio dell’assessore è di «poter trovare procedure e soluzioni compatibili con la normativa anche grazie alla collaborazione tra le diverse istituzioni pubbliche coinvolte».
Le ipotesi
In buona sostanza l'’amministrazione comunale non può comprare immobili per fini commerciali ma, in un’ottica di collaborazione istituzionale con l’Inps e all’interno di un meccanismo di compensazione rispetto ad altre vertenze aperte in tutta la città, potrebbe acquisire alcuni di quei locali per attività sociali o istituzionali. Se, ad esempio il municipio esprimesse la necessità di un ufficio anagrafico o di una ludoteca o di un coworking o di un altro servizio pubblico assente in quel quadrante, la questione potrebbe essere portata al tavolo aperto con l’Inps che, come ente pubblico, potrebbe cedere dei locali - destinati ad attività sociali - ad un costo diverso da quello di mercato. A quel punto se si accendessero alcune luci e se varie serrande aprissero, crescerebbe anche l’attrattività degli altri ex negozi. Se - sempre per ipotesi - nascesse uno spazio polifunzionale per giovani, bambini e anziani, si renderebbe necessaria la presenza di luoghi di ristoro o di altri servizi commerciali per chi frequenta il quartiere. In questo modo anche l'Inps ne trarrebbe un vantaggio con una valorizzazione della zona che aumenterebbe il prestigio dei locali in questione. Locali che l'istituto previdenziale oggi ha difficoltà a vendere.
Gli immobili dell'Inps sono all'asta ma nessuno li compra
Come recentemente ha spiegato a La Capitale Piero Cesarini, tra i fondatori del Comitato, all'inizio i locali erano di proprietà di un'altra cassa previdenziale, l'Inpdai, poi ceduti all'Inps che non ha potuto utilizzarli. Infatti, con una legge del 2012, veniva preclusa la possibilità di affittare gli immobili pubblici dismessi. In questi anni gli spazi sono finiti all'asta ma anche la vendita è risultata difficile per la crisi del commercio di quartiere e per il graduale deterioramento dei negozi. Ora, con la mobilitazione dei cittadini e il tavolo aperto con l'Inps la situazione potrebbe trovare uno sbocco.
Il municipio:«Servizi per il quartiere»
Lo schema tracciato dal Campidoglio è condiviso in buona parte con dal III municipio. «Una parte dei locali potrebbe essere acquisita dal comune per adibirli a servizi di prossimità di cui il quartiere ha bisogno», aveva dichiarato al nostro giornale Paolo Marchionne. «Un'altra parte «se l'Inps fosse d'accordo, potrebbe essere oggetto di una sperimentazione con un uso temporaneo: aprire questi spazi, farli vivere per delle iniziative, farli anche vedere in un'ottca comune di valorizzazione del patrimonio pubblico», ha aggiunto Marchionne.
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