Il caso si è trasformato quando l'incendio di ieri pomeriggio, martedì 2 luglio nei pressi di via della Magliana, ha portato alla luce una vasta discarica abusiva nascosta tra la vegetazione. L'indagine aperta riguarda ora anche l'emergenza del degrado ambientale. Le fiamme, divampate su un terreno di circa 1.500 metri quadrati a ridosso del fiume Tevere, hanno generato una densa colonna di fumo visibile a chilometri di distanza, facendo scattare l’allarme.
Durante le operazioni, gli agenti hanno scoperto che l’area andata in fiamme era in realtà una discarica abusiva, dove nel tempo erano stati abbandonati rifiuti di ogni tipo: resti di materiali edili, plastica, elettrodomestici, pneumatici, materassi, estintori, mobili dismessi e rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), noti per l’elevato potenziale inquinante.
Una bomba ecologica, rimasta nascosta fino al propagarsi dell’incendio, che ha reso evidente la pericolosità del sito e l'urgenza di un intervento coordinato.
L’intero terreno, di cui una parte risulta di proprietà pubblica e una parte privata, è stato posto sotto sequestro dagli agenti della polizia locale, che hanno avviato indagini per identificare i responsabili sia del rogo sia dell’abbandono illecito dei rifiuti.
Al centro delle verifiche, anche il possibile coinvolgimento di soggetti o aziende implicate in attività di trasporto e smaltimento illegale. Gli inquirenti ipotizzano un traffico illecito di rifiuti che avrebbe trasformato una zona verde a pochi passi dal Tevere in un’area di degrado e potenziale pericolo per l’ambiente e la salute pubblica.
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