Roma, 13 ottobre 2025
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Cronaca di Roma

Urina dentro San Pietro: Papa Leone XIV impone un «rito penitenziale riparatorio» dopo l’atto osceno sull’altare maggiore della Basilica

Papa Leone XIV ha disposto un «rito penitenziale riparatorio» dopo la profanazione dell’altare maggiore della Basilica di San Pietro da parte di un turista. È la terza volta in due anni che si verificano episodi sacrileghi

di Edoardo IacolucciULTIMO AGGIORNAMENTO 1 ore fa - TEMPO DI LETTURA 3'

La statua della Veronica dentro San Pietro sembra voler coprire la scena. Opera dello scultore Francesco Mochi, non piacque a Berini e forse neanche ad un turista che davanti alla statua e ai fedeli si è spogliato e ha urinato - o tentato sicuramente di farlo prima del blocco della sicurezza (servirebbe forse il var al video sgranato poi girato via social) - sull’altare prima di essere bloccato dagli agenti di sicurezza. Il fatto è stato riportato da Il Tempo, che ha ricostruito la dinamica all’interno della Basilica.


Papa Leone XIV ha ordinato la celebrazione urgente di un «rito penitenziale riparatorio» per «restaurare la santità della Basilica di San Pietro e chiedere perdono a Dio per l’ingiuria compiuta», a seguito dell’episodio avvenuto venerdì scorso sull’altare maggiore.

La decisione del Pontefice è arrivata nel corso di un incontro privato con il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica vaticana, a cui è stato affidato il compito di celebrare il rito riparatorio nel più breve tempo possibile.

L’altare della Confessione


Secondo quanto riporta il sito Silere non possum, Leone XIV ha chiesto il rito venga celermente celebrato. Ineffetti il rito avrebbe potuto essere celebrato già sabato scorso - 11 ottobre - ma il cardinale Mauro Gambetti avrebbe temporeggiato. Proprio per questo, il Corriere rivela come fonti interne abbiano descritto l’incontro tra Leone XIV e Gambetti come «tempestoso». Il Papa, «costernato e addolorato», ha chiesto che il rito venga celebrato senza indugi. L’episodio ha riguardato uno dei luoghi più sacri della cristianità: l’altare «della Confessione», situato direttamente sopra la tomba dell’apostolo Pietro, primo Papa. È su questo altare che, per antica tradizione, può celebrare la Messa solo il Pontefice.

Tre episodi in due anni

L’atto osceno rappresenta la terza profanazione in poco più di due anni. Il 1 giugno 2023 un giovane, completamente nudo, salì sull’altare mostrando una scritta sul corpo per lanciare un messaggio politico. Il 7 febbraio 2025 un uomo di nazionalità romena inveì contro i presenti, urlando frasi volgari e rovesciando sei candelabri ottocenteschi. In quella circostanza, avvenuta sotto il pontificato di Francesco, non risultano celebrazioni riparatorie.

Il rito penitenziale riparatorio

Il Caerimoniale Episcoporum stabilisce che un rito penitenziale riparatorio venga celebrato dopo atti gravemente offensivi nei confronti delle chiese cattoliche. La cerimonia può prevedere una Messa con intenzione riparatoria, adorazione eucaristica, rosari, litanie, oltre al canto del «Te Deum» e del «Miserere».

Questa forma liturgica ha un valore fortemente simbolico: serve a ristabilire la sacralità del luogo profanato e a riaffermarne la funzione spirituale.

Il fermo e le indagini

L’autore del gesto è tuttora trattenuto dalla Gendarmeria vaticana. La sua identità e nazionalità non sono state ancora rese note, e resta da chiarire se sarà consegnato alle autorità italiane o a quelle del suo Paese d’origine.

Il Vaticano, intanto, prepara il rito voluto da Leone XIV per restituire piena dignità all’altare maggiore della Basilica di San Pietro, cuore della cristianità.

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