Una mattinata di musica, arte e partecipazione ha animato piazza Don Bosco per la prima tappa di Urban Pop Fest, il tour-evento di ÁP – Antimafia Pop Academy che celebra vent’anni di impegno contro le mafie e dieci anni di attività educativa nei quartieri di Roma.
Dove dieci anni fa si svolsero i funerali-show del boss Casamonica, oggi la piazza è tornata a riempirsi di studenti, docenti, artisti e cittadini, con un messaggio opposto: trasformare gli spazi pubblici in luoghi di legalità, creatività e democrazia.
Sul palco si sono alternati performance musicali e interventi istituzionali, tra hip hop, street art e laboratori scolastici, con la partecipazione di Kento, DJ Fuzzten, FRA!, Orchestra Improvvisata, The Box Squad e dei giovani del circuito hip hop Keep It Real.
«Urban Pop Fest è il modo di ÁP di raccontare l’antimafia come pratica concreta, cosa che anche noi condividiamo», ha spiegato Fabrizio Grant, assessore alla Legalità e all’Antimafia sociale del Municipio VII. «Stiamo organizzando progetti e festival dedicati ai beni confiscati, alle politiche giovanili, alla dispersione scolastica. Tutto questo c’entra con l’antimafia, perché l’antimafia o è sociale o non è».
Il presidente di ÁP, Pasquale Grosso, ha ricordato l’impegno quotidiano dell’associazione: «Abbiamo scelto di occuparci di povertà educativa e culturale, costruendo un’alleanza tra scuola e territorio. L’Urban Pop Fest è il risultato di questo percorso: un viaggio attraverso tre municipi per decostruire gli stereotipi sulle mafie e restituire consapevolezza dei diritti».
Grosso ha sottolineato l’importanza dei linguaggi creativi come strumenti educativi: «L’hip hop, la street art e la radio sono parte della nostra identità. Da anni lavoriamo con scuole come l’Istituto Enzo Ferrari e l’Istituto Rita Levi Montalcini per costruire una comunità educante capace di leggere e trasformare la realtà».
Dal palco, il presidente del Municipio VII Francesco Laddaga ha ringraziato ÁP per il lavoro svolto: «L’antimafia non è solo dei giornalisti o degli addetti ai lavori, ma è una battaglia che si vince con la cittadinanza. Per questo abbiamo istituito un osservatorio municipale sulla legalità e nominato un assessore con delega all’antimafia sociale. Serve trasparenza nei bandi e partecipazione nei quartieri: i diritti devono essere accessibili a tutti, non ottenuti per favori o scorciatoie».
La consigliera capitolina Nella Converti, nata e cresciuta tra Villaggio Breda e Torre Gaia, ha ricordato l’importanza di «restituire bellezza e vitalità ai quartieri spesso raccontati solo per le loro fragilità». «L’antimafia si fa occupando gli spazi pubblici, rendendoli vivi, costruendo alternative di futuro. Oggi stiamo scrivendo una storia diversa, fatta di arte, musica e partecipazione».
Con Urban Pop Fest, ÁP inaugura un viaggio attraverso i Municipi VII, VI e V, per portare il proprio modello educativo e culturale nei territori più esposti alle disuguaglianze.
«La città è ancora un campo di possibilità, se si è capaci di agire comunità», aveva detto Grosso presentando il progetto. Un messaggio che oggi, a piazza Don Bosco, ha trovato forma concreta: un’antimafia popolare che si fa linguaggio, presenza e corpo, per una Roma che non dimentica e non si arrende.
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