Roma, 22 novembre 2025
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Taxi a Roma, domanda in crescita ma offerta ancora insufficiente: il nuovo studio della Fondazione Caracciolo

La ricerca fotografa un settore centrale per la mobilità cittadina, tra ritardi normativi, nuove tecnologie e una richiesta sempre più alta

di Redazione La CapitaleULTIMO AGGIORNAMENTO 14 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Domanda alta e attese lunghe. Il trasporto pubblico non di linea torna al centro del dibattito romano grazie al nuovo studio della Fondazione Filippo Caracciolo, presentato presso la sede dell’Automobile Club Roma. La ricerca, intitolata Il trasporto pubblico non di linea, evidenzia un quadro in cui i taxi restano una componente fondamentale della mobilità, ma con una capacità operativa lontana dalle necessità effettive della Capitale.

I numeri di Roma

A Roma circolano 8.436 taxi, pari a 30,6 vetture ogni 10.000 abitanti: un dato che appare nettamente inferiore rispetto alle principali città europee come Madrid (87), Parigi (79) e Barcellona (63). Anche la densità per chilometro quadrato accentua il divario: 6,6 taxi nella Capitale, contro i 26,7 di Milano e i 169,6 di Parigi.

Domanda alta e attese lunghe

Se il servizio rimane un pilastro, la domanda cresce più velocemente dell’offerta. Lo confermano i risultati dell’indagine condotta su 1.567 soci Aci, che delineano una città dove la richiesta di taxi è sempre più elevata e i tempi di attesa continuano a rappresentare una criticità strutturale. Il 58,4 per cento dei residenti e l’85 per cento dei non residenti ritengono insufficiente la disponibilità dei mezzi, mentre oltre il 47 per cento dei romani e il 63,6 per cento dei turisti dichiara di aver atteso più del previsto. A pesare anche le difficoltà legate ai pagamenti elettronici: il 32 per cento dei romani e il 57 per cento di chi arriva da fuori segnala l’impossibilità, in alcuni casi, di utilizzare la carta.

Servizio apprezzato, ma con fratture nella percezione

Nonostante le criticità, l’immagine complessiva del taxi mantiene elementi di solidità. Gli utenti apprezzano la cortesia dei conducenti (44,5 per cento), la conoscenza dei percorsi (45 per cento) e la pulizia dei veicoli (36 per cento). La qualità della flotta viene giudicata buona, sostenuta da un numero crescente di mezzi ibridi e veicoli immatricolati di recente. Resta però una forte polarizzazione nei giudizi: il 30,5 per cento dei romani assegna il punteggio massimo (5/5), mentre il 29,5 per cento si colloca sulle valutazioni più basse (1–2/5). Tra i non residenti prevale una visione più critica, con oltre metà degli intervistati (54 per cento) che definisce insufficiente l’esperienza.

Taxi o Ncc? Due utenze diverse

Il confronto con gli Ncc evidenzia una domanda sempre più segmentata. I residenti tendono a preferire il taxi, considerato più immediato e accessibile. I turisti, invece, scelgono più spesso l’Ncc, attratti dalla percezione di maggiore puntualità, trasparenza e qualità del servizio. Le piattaforme digitali di prenotazione contribuiscono a rafforzare questo orientamento, soprattutto tra i visitatori stranieri e gli utenti occasionali.

Norme datate e tecnologie in corsa

Lo studio mette inoltre in luce il divario tra le esigenze attuali della mobilità e la normativa vigente, regolata da una legge del 1992. Un impianto definito «nato in un contesto radicalmente diverso» e oggi non più in grado di seguire l’evoluzione dei servizi digitali, della tracciabilità e dell’integrazione con piattaforme intelligenti. La Fondazione Caracciolo sottolinea la necessità di una modernizzazione graduale e condivisa, che includa nuovi modelli di mobilità, maggiore digitalizzazione e accettazione obbligatoria dei pagamenti elettronici, controlli rafforzati, a tutela di qualità e sicurezza.

Fusco (AC Roma): «Servono regole più moderne»

Durante la presentazione, la Presidente dell’Automobile Club Roma e della Fondazione Filippo Caracciolo, Giuseppina Fusco, ha evidenziato la necessità di aggiornare il settore: «La ricerca offre la fotografia di un servizio essenziale per la città, che mostra elementi di qualità ma anche margini di miglioramento. Roma vive una fase di trasformazione della mobilità: servono regole più moderne, strumenti digitali più diffusi e un’offerta adeguata alla dimensione della Capitale. Solo così taxi e Ncc potranno continuare a svolgere appieno la loro funzione pubblica, a beneficio dei cittadini e dei turisti».

Patanè: «Più licenze per ridurre i tempi di attesa»

Sulla stessa linea l’assessore alla Mobilità del Campidoglio, Eugenio Patanè, che ha ricordato gli interventi già avviati dall’amministrazione: «I dati dello studio sono molto interessanti e confermano che il servizio di trasporto pubblico non di linea è considerato essenziale da cittadini e turisti. Per questo motivo la nostra amministrazione ha voluto dare un nuovo impulso al servizio con l’obiettivo di aumentarne qualità e quantità. Di qui l’introduzione di 1000 nuove licenze che, unite alle circa 600 doppie guide, hanno incrementato l’offerta del 20 per cento riducendo sensibilmente le attese». Patanè ha poi sottolineato un cambiamento significativo: «Sono aumentate di sei volte le vetture adibite al trasporto di persone con disabilità: da 40 alle attuali 240, grazie al fatto di aver inserito nel bando la possibilità di ottenere questo tipo di licenze».

Verso una smart mobility romana

Il rapporto della Fondazione Caracciolo traccia dunque la rotta per una trasformazione inevitabile: un sistema più digitale, più trasparente, più accessibile e in linea con le strategie europee di smart mobility. Un percorso che, secondo lo studio, dovrà sostenere gli operatori senza penalizzazioni, accompagnandoli nella transizione verso un modello di servizio moderno e sostenibile. In una città che continua a crescere e ad attrarre milioni di visitatori, il taxi – insieme agli Ncc – resta un tassello imprescindibile di una mobilità in piena evoluzione.

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