
Pannelli tattili, video guide in Lis e visori tridimensionali. Sono alcune delle innovazioni inserite nel restauro del mausoleo di Sant'Elena, in via Casilina, appena riaperto al pubblico. Con l'intervento di riqualificazione, è stato anche messo in sicurezza il collegamento sotterraneo con le Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, un passaggio antico risalente al 1769.
Restaurato dalla Soprintendenza speciale di Roma con fondi Pnrr Caput Mundi e con la collaborazione della Pontificia commissione di Archeologia Sacra, l'area archeologica è diventata un polo culturale nel quartiere Torpignattara, zona est della città, al di fuori dei consueti percorsi turistici. Un progetto che ha restituito alla Capitale un complesso monumentale, storico e spirituale.

Il nuovo collegamento verticale in acciaio, dotato di illuminazione indiretta, accompagna il visitatore verso le gallerie catacombali in modo graduale e immersivo, mentre lungo il tragitto sono stati sistemati reperti
«Il restauro ha consentito la riapertura dello storico passaggio sotterraneo del 1769 che collega direttamente il Mausoleo alle Catacombe, integrando i due siti in un unico percorso di visita più sicuro, scorrevole e immediatamente leggibile, con ingresso e uscita differenziati», ha commentato il presidente del V municipio Mauro Caliste.
Il progetto ha previsto, inoltre, vari interventi per migliorare l’accessibilità e la sicurezza al Mausoleo: rampe, montascale per i piani superiori, pannelli tattili per persone cieche, video guide anche nella lingua dei segni e ricostruzioni tridimensionali per visori, oltre al restauro del portale monumentale e all’implementazione di un nuovo sistema di valutazione antisismica.
La Pontificia Commissione si è occupata, tra l'altro, di introdurre una passerella in vetro sospesa all’interno della cripta dei 40 Martiri di Sebaste per valorizzare il sistema di sepolture

I fondi Pnrr stanno «rappresentando un’occasione unica per recuperare e far conoscere le straordinarie testimonianze archeologiche del nostro territorio», ha detto l'assessore al Patrimonio del V municipio Sergio Scalia ricordando gli altri interventi di recupero nello stesso quadrante: dal Colombario di Villa De Sanctis al Torrione Prenestino, allo spazio termale di largo Irpinia, fino alla Torre di Casa Calda e ad altri siti di rilevanza storica.
«Valorizzare l’archeologia del nostro territorio e renderla accessibile a tutti significa rafforzare il legame con la nostra storia e offrire nuove opportunità culturali ai cittadini», ha aggiunto Scalia.
Per il presidente Caliste è importante «investire in un patrimonio diffuso, spesso situato in aree periferiche ma di straordinaria ricchezza, restituendolo alla comunità come spazio di conoscenza, accoglienza e crescita culturale».
«L’intervento - ha concluso il presidente - rappresenta così un passo decisivo nella costruzione di un sistema archeologico più accessibile, inclusivo e integrato, capace di valorizzare un capitolo fondamentale della storia di Roma e del suo territorio».
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