Tor Bella Monaca si accende: la Torre Gialla diventa un faro di speranza

Da ieri notte una grande luce attraversa il cielo di Tor Bella Monaca, segnando l’avvio del progetto «Tor Bella Illumina», promosso dall’Associazione Tor Più Bella. Per tre giorni la Torre Gialla di viale Santa Rita da Cascia si trasforma in un faro simbolico, una presenza luminosa che ricorda metaforicamente come anche nel buio sia possibile ritrovare la luce della speranza.

L’opera luminosa di Daniele Davino

L’installazione «La luce della speranza» dell’artista Daniele Davino, visibile anche dai quartieri limitrofi, apre idealmente il cammino verso il Natale. Un momento dell’anno che a Tor Bella Monaca assume un valore comunitario forte, fatto di spiritualità, condivisione e desiderio di rinascita. La scelta di illuminare un luogo-simbolo del quartiere mira a offrire un segnale di identità e fiducia collettiva.

Angelo Bonello e l’invito a superare i propri limiti

Accanto alla torre, nel giardino dell’Istituto Comprensivo di via Acquaroni, è stata collocata un’altra opera carica di significato. Dopo aver toccato diverse capitali internazionali, arriva nel VI Municipio la figura in salto ideata dall’artista Angelo Bonello, una sagoma luminosa che interpreta l’atto di superare limiti e paure. Un gesto sospeso che diventa simbolo di slancio personale e comunitario, in linea con lo spirito del progetto.

Le parole del presidente del Municipio

Nicola Franco, presidente del VI municipio Roma sottolinea il valore dell’iniziativa e invita i cittadini a partecipare: «Due opere incredibili che vi invito a venire a vedere con i vostri occhi. L’arte e la bellezza come lotta contro il buio. Questo è quello che vogliamo per il nostro Municipio».

Un messaggio che va oltre l’arte

Le due installazioni, seppur diverse per linguaggio e stile, convergono nello stesso obiettivo: lanciare alla città un messaggio chiaro di bellezza, cura del territorio e fiducia nel futuro. Tor Bella Monaca, spesso raccontata attraverso criticità, sceglie di illuminarsi e di offrire un racconto diverso, dove arte e partecipazione diventano strumenti di riscatto.