Il boicottaggio dei supermercati promosso da Ultima Generazione partirà sabato 11 ottobre e, secondo il movimento, ha già raccolto oltre 60 mila adesioni. L’obiettivo è semplice: non fare la spesa in un supermercato almeno un giorno a settimana, come forma di pressione economica e simbolica contro quella che viene definita «un’economia insostenibile».
Per il lancio ufficiale della campagna sono previsti eventi a Milano, Torino, Bologna e Roma, dove l’appuntamento è fissato per le 11 in piazza dell’Immacolata. A Roma sono attesi anche Bds la Murga e una poetry slam. Hanno aderito diverse realtà sociali e sindacali, tra cui Acaim, Attac Italia, Laboratorio politico Iskra e il Sindacato sociale di Base. Secondo i promotori, le iniziative serviranno a «far conoscere modalità di consumo alternative ai supermercati».
Il movimento lega questa nuova fase di mobilitazione alle recenti proteste nazionali, con due scioperi generali in una settimana e milioni di persone in piazza. Nel comunicato si legge che «“blocchiamo tutto” non è solo uno slogan ma è la realtà delle persone che non vogliono né essere complici del genocidio in Palestina, né del sistema politico ed economico che permette che ciò avvenga».
Per Ultima Generazione, il boicottaggio rappresenta il passo successivo: una forma di resistenza civile nonviolenta che intende «colpire un sistema economico insostenibile» senza disperdere l’energia accumulata nelle piazze.
La campagna chiede al governo di ridurre l’Iva sui beni di prima necessità, finanziando la misura con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende considerate responsabili della crisi climatica. Secondo il movimento, «colpendo economicamente e mediaticamente i grandi supermercati, possiamo spingere a sostenere la nostra richiesta». Ultima Generazione cita anche l’esempio della Croazia, dove un’azione simile avrebbe spinto il governo a calmierare i prezzi.
Nel comunicato si denuncia inoltre che la grande distribuzione resta «uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese». Mentre «milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica», spiegano, «i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile».
Per gli attivisti, il boicottaggio non è una rinuncia ma «un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace. Oltre gli scaffali dei supermercati - concludono - c’è un mondo».
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