(Foto di archivio di Camilla Palladino)
«Entro cinque anni potremo fare il bagno nel Tevere». Roberto Gualtieri rilancia così, dal padiglione Italia dell’Expo di Osaka, una delle sfide simboliche della sua amministrazione, convinto che la piena balneabilità del fiume sia un obiettivo «assolutamente realizzabile».
Il sindaco di Roma ha spiegato di aver già insediato un gruppo di lavoro, che presto diventerà interistituzionale, e di aver avviato un confronto diretto con il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e con il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. «Insieme a Governo e Regione questo tavolo lavorerà sugli investimenti necessari», ha dichiarato il primo cittadino, sottolineando come i costi per Roma dovrebbero essere inferiori a quelli sostenuti da Parigi, «perché la capitale francese era partita da un livello di inquinamento molto maggiore».
Secondo Gualtieri, alcuni tratti del Tevere «già oggi, in determinati giorni, sarebbero balneabili», ma per garantire la sicurezza lungo tutto il corso del fiume – in particolare nel tratto a valle dell’Aniene – serviranno interventi mirati. Alcuni sono già partiti: la polizia della Città metropolitana sta effettuando lo screening degli scarichi che confluiscono nell’Aniene, anche fuori dal territorio comunale, individuati come una delle principali cause della non balneabilità. «Abbiamo già individuato le tre-quattro azioni necessarie e, con l’aiuto della comunità scientifica e delle istituzioni, definiremo un cronoprogramma dettagliato», ha detto il sindaco, che ha anche rivendicato «il successo dei parchi d’affaccio» lungo il fiume come segnale del rinnovato rapporto tra la città e il Tevere.
L’annuncio, però, è stato accolto con cautela dalla Società italiana di medicina ambientale (Sima), che richiama l’attenzione sui rischi sanitari legati all’inquinamento delle acque. «Oggi i rischi per la salute umana legati al Tevere e alle acque interne sono elevatissimi», ha dichiarato il presidente Alessandro Miani. Nelle acque, spiega Sima, sono presenti batteri fecali come l’escherichia coli, responsabile di infezioni gastrointestinali con sintomi quali diarrea e vomito, oltre a possibili infezioni cutanee e oculari dovute al contatto diretto. Tra i pericoli anche la leptospirosi, malattia trasmessa dai batteri presenti nelle urine di ratti e topi, che può causare febbre alta, dolori muscolari e mal di testa.
Non solo rischi biologici: Miani ha ricordato anche la presenza di inquinanti chimici come metalli pesanti, pesticidi e altre sostanze tossiche, i cui effetti sulla salute si manifestano soprattutto nel lungo periodo. «Rendere balneabile il Tevere richiederà sforzi enormi per garantire la sicurezza sanitaria dei cittadini», ha concluso.
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