Sarà un’iniziativa sparsa, "silenziosa" ma diramata in tanti istituti sanitari di tutto il Paese quella che, il 28 agosto, coinvolgerà gli aderenti alla Giornata nazionale di digiuno contro il genocidio a Gaza. Promossa dagli operatori e dalle operatrici del servizio sanitario della rete #digiunogaza, dalla rete “Sanitari per Gaza” e dalla campagna BDS “TEVA? No grazie”, l’occasione nasce con l’obiettivo di «difendere sempre e comunque la dignità umana», esprimendo «la nostra profonda indignazione e il rifiuto a rimanere in silenzio di fronte al genocidio in corso a Gaza, pianificato deliberatamente dal Governo di Israele con la complicità dei governi occidentali», si legge nel comunicato di lancio.
Iniziata il 4 agosto scorso dal personale sanitario toscano, la proposta si è presto sparsa a macchia d’olio in tutto il Paese, arrivando ben presto a coinvolgere anche i colleghi laziali. L’iniziativa nasce come un digiuno a staffetta con l’obiettivo di denunciare pubblicamente il genocidio in corso a Gaza e «l’assenza di una risposta adeguata da parte delle istituzioni internazionali».
A ogni partecipante viene quindi chiesto di scegliere un giorno e una sede in cui operare un digiuno simbolico, “rinunciando” alla propria pausa pranzo per uscire dall’ospedale e fuori dall’orario di lavoro fotografarsi con il cartello "Digiuno contro il genocidio a Gaza". La foto andrebbe quindi pubblicata sui propri canali social con con l'hashtag #digiunogaza, condividendo il messaggio con più persone possibili, come fatto dall'utente anglopic nella foto in copertina.
La proposta ha già raccolto in queste tre settimane numerose adesioni, tra cui quelle della Fp Cgil e della Cooperazione Odontoiatrica Internazionale. Sono diverse inoltre le raccolte firme legate all'iniziativa, tra cui questa lanciata su change.org.
Le richieste degli organizzatori dell’iniziativa sono in particolare tre, rivolte sia al governo, che a tutto il mondo della sanità e della ricerca, dai medici di base e farmacisti fino alle università e agli ordini professionali. Si chiede al governo la sospensione degli accordi con Israele, agire per un cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari.
Alle aziende, istituzioni sanitarie, ordini professionali, società scientifiche, università e centri di ricerca si richiede invece di «adottare formalmente una Dichiarazione ove si riconosca il genocidio in corso e si affermi l’impegno della Istituzione a contrastarlo con ogni mezzo a disposizione, come la Petizione internazionale “Stop the Silence: Call on academic and professional associations to publicly recognise the genocide in Gaza”».
Infine, il messaggio rivolto a medici, farmacisti, regioni, comuni ma anche a semplici pazienti, è quello di boicottare i prodotti dell’azienda farmaceutica israeliana TEVA, accusata di essere «non solo complice di occupazione e apartheid, da cui trae profitti, ma anche attivamente coinvolta nel genocidio».
Foto: immagine pubblicata dall'utente anglopic su Instagram
La Capitale, il nuovo giornale online di Roma
La Capitale, è una testata giornalistica iscritta nel Registro Stampa del Tribunale di Roma il 25 luglio 2024, n. 100/2024
DIRETTORE RESPONSABILE
Enrico Sarzanini
Via Giuseppe Gioacchino Belli, 86
Roma - 00193