La Roma continua il suo percorso di cinismo estremo battendo 2-0 l’ottimo Verona di Zanetti con un gol dopo soli 7 minuti dell’atteso e sorprendente Dobvyk e il raddoppio di Mati Soulè a chiudere i giochi. I giallorossi agganciano momentaneamente il primo posto in classifica in attesa di Milan e Napoli che però giocheranno stasera a San Siro.
Roma cinica e fortunata le cui buone notizie arrivano sia dai risultati che dalla ripresa fisica e morale di alcune pedine fondamentali per le rotazioni in rosa. Rotazioni che rappresentano il vero motore delle squadre gasperiniane, specie in attacco. Alla fine del mercato Gasp si era mostrato preoccupato per la non completezza offensiva della rosa, ma ora ha tirato i remi in barca e ha cominciato a navigare con l’equipaggio che ha. Pellegrini e Dobvyk su tutti, ma anche Baldanzi stanno entrando nel ritmo partita gasperiniano e sembrano poterlo convincere.
L’ucraino la sblocca con un colpo di testa che ha ricordato il gol di Dzeko all’esordio con la maglia giallorossa di 10 anni fa. I tifosi si augurano di aver trovato un altro “Cigno” dell’Est europeo ma ancora siamo ben lontani dai tempi del Girona. L’attaccante sembra star meglio fisicamente come conferma lo stesso Gasperini in conferenza, ma l’assenza dalla trama di gioco si sente ancora, nonostante l’intesa con Pellegrini e diverse sponde tecniche lasciano ben sperare.
La qualità tecnica è indiscutibile. Il talento altrettanto. Ma la virtù che Matias Soulè sta dimostrando di più in questo inizio di campionato è il cinismo. Pochi dribbling rispetto alla media che lo rendevano uno dei funamboli più attivi dei top 5 campionati europei; pochi spunti e pochi tiri in porta per uno abituato a creare tanto. In compenso siamo già a due gol pesanti e un assist. La Roma produce poco in generale e il fantasista argentino ne risente. Oggi partita piuttosto anonima ma non manca all’appuntamento con il gol nell’unica vera occasione della sua partita.
Tutti i 90 minuti in campo per quello che è passato nell’immaginario da “ex capitano”, a uno dei “Capitani” della Roma. Dalle valigie pronte di quest’estate con dietro front che fece non poco arrabbiare i tifosi - viste le prestazioni e l’ingaggio pesante - alla riconquista a suon di gol, giocate e chilometri percorsi. Ma siamo solo all’inizio e, come spesso ha abituato, la ripresa potrebbe essere solo un fuoco di paglia.
Zanetti e i suoi escono dall’Olimpico con più rimpianti che colpe. Se da un lato Svilar - migliore in campo per distacco anche se il premio va a Celik per l’assist - chiude la saracinesca anche con la faccia oltre che con due uscite provvidenziali. La più importante su Orban, il più vivo dell’Hellas, che sbaglia una rete incredibile a zero metri e a Svilar battuto, colpendo col polpaccio e sparando sulla traversa. Poi segnerebbe anche, ma con la mano e troppo tardi. Menzione d’onore per Giovane. Il brasiliano non ha brillato particolarmente ma con un paio di sombreri e un colpo di tacco ha impensierito non poco la retroguardia giallorossa e ha dimostrato il suo assoluto valore, in prospettiva e attuale.
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