
Continua il percorso positivo dell’Inter di Christian Chivu che batte la Lazio a San Siro con un meritato 2-0. Subito rete il capitano Lautaro Martinez con un tiro di esterno destro in caduta che finisce solo il sette. La partita, indirizzata fin da subito, viene virtualmente chiusa dalla rivelazione offensiva dell’anno milanese, l’ex parmigiano Bonny, che chiude l’azione di uno straripante Di Marco con un tap in a porta sguarnita.
La Lazio crea poco, più con coraggio che con strategia, nonostante il capitano Zaccagni sia anche piuttosto ispirato come sull’asistencia a Pellegrini che, defilato ma solo in area, spara sulla figura di Sommer senza grandi difficoltà.
Molto più spesso è l’Inter a presentarsi pericolosa nei pressi della porta di Provedel, con Sucic e soprattutto con Lautaro che spreca una buona occasione sulla sponda di Barella. La sensazione dopo il terzo gol di Zielinski è quella di un preludio di goleada, ma il Var annulla poiché l’azione è viziata da un tocco di mano di Di Marco.
La traversa di Gila sulla punizione di Pedro riaprirebbe tutti i giochi al 78esimo, il pallone balla sulla linea entrando solo per 3/4 nella porta difesa da Sommer. Non è gol. Questo è il simbolo di una partita inclinata verso i nerazzurri: una maledizione che riporta alla memoria dei tifosi l’ultima sconfitta stagionale nel derby, su quel palo di Cataldi allo scadere che avrebbe meritato di entrare.
Mai Sarri fu più comandante come in questa stagione. L’esercito biancoceleste è effettivamente decimato dalle assenze - specie nel reparto offensivo c’è un bisogno assoluto del recupero di Castellanos - ma il tecnico ha messo l’elmetto e solo per la Lazio sta portando avanti la squadra in condizioni oggettivamente complicatissime.
Non si tratta di alibi ma di constatazione di fatto; la Lazio non può contare su ricambi di qualità e la condizione psicologica di giocatori, ambiente e allenatore ne risente come mai negli ultimi anni. Dove c’è un bicchiere mezzo vuoto, ce n’è sempre uno mezzo pieno: così il vantaggio della squadra è di Sarri è di lavorare liberi da grandi pretese, con il parafulmine di tutti i mali che è sempre il patron Claudio Lotito, diventato ormai da tempo il bersaglio mobile della tifoseria.
«Il fallo di Lautaro su Zaccagni era da ammonizione. Se era da ammonizione, Zaccagni non sarebbe dovuto uscire dal campo. Non solo non ha ammonito, ma ha fatto uscire Zaccagni dal campo e noi abbiamo rischiato di prendere gol da quel lato. Si sarebbe incazzato anche Padre Pio. L'arbitro non ha inciso sul risultato, l'Inter ha fatto meglio di noi e avrebbe vinto con qualsiasi arbitro. E' l'ora però di iniziare a pensare di noleggiare gli arbitri dall'estero, la situazione è abbastanza pesante. Non vedo più arbitri all'altezza. Quello di stasera sicuramente non lo è stato.»
Poi tutto rientrato con una nota ufficiale del club biancoceleste:
La S.S. Lazio, in riferimento alle dichiarazioni rese dal tecnico Maurizio Sarri al termine della gara di campionato, precisa che – come lo stesso allenatore ha successivamente chiarito – il lavoro dell’arbitro non ha in alcun modo influenzato l’andamento della partita né il risultato finale.
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