
«Regione Lazio, stop morosità, fate le manutenzioni». La scritta blu su un lenzuolo bianco apre la mattinata davanti alla sede della Regione, dove decine di manifestanti si sono radunati sotto le bandiere dell’Unione Inquilini. Accanto a quel messaggio, altri slogan: «Non siamo clienti, siamo residenti», «-minacce + manutenzioni», «La casa non è una merce ma un diritto sociale», «L’Italia che vogliamo: 150 mila case popolari e studentati».
La protesta nasce dopo l’invio massivo delle diffide per morosità da parte delle Ater, giudicate dai presenti un colpo ingiusto verso famiglie già segnate da anni di degrado e manutenzioni assenti. In piazza ci sono anche chi vive situazioni limite, come gli occupanti della ex scuola «8 Marzo» alla Magliana, struttura dichiarata inagibile da anni e oggi al centro di un dossier arrivato fino al prefetto e al ministro dell’Interno.
Crolli, amianto danneggiato, rifiuti, rischio incendio: la fotografia dell’immobile di via dell’Impruneta è nota da tempo. Nonostante i ripetuti sopralluoghi, centinaia di persone continuano a viverci.
L’ex scuola «8 marzo» in via dell’Impruneta alla Magliana è infatti dichiarata inagibile da anni, e resta occupata da centinaia di persone.
Il degrado dell’edificio e dell’area circostante preoccupa i residenti e la vicenda, sollecitata da municipi, Questura e parlamentari, è ora arrivata fino al prefetto e al ministro dell’Interno, che devono valutare sgombero e messa in sicurezza.
Tra le voci, quella di Elisabet, originaria dell’Ecuador e residente prorio in quella struttura: «Siamo anche qui per ripulire il nostro nome a nome dell'occupazione dicendo che i delinquenti, il corpo dei delinquenti, come dicono tanti, anche un assessore del Municipio XI non è dentro l'8 Marzo, i delinquenti sono fuori, noi siamo qua rappresentando le famiglie, quelle che hanno una necessità, quelle che si spaccano le schiena lavorando, quelli che non hanno avuto un altro modo di vivere se non occupare altrimenti finivano commesso una strada».
Nel presidio intervengono anche i Consiglieri regionali Massimiliano Valeriani (Pd) e Adriano Zuccalà (M5s). Al centro, la denuncia delle diffide per morosità e la mancanza di politiche strutturali: nessun rifinanziamento del Fondo per la Morosità Incolpevole, nessun nuovo piano di edilizia popolare, mentre il Governo annuncia procedure di sfratto più rapide.
Mariastella Urru, consigliera di Aurelio in Comune - Municipio XIII, sottolinea: «Oggi siamo qui per difendere e portare la solidarietà alle famiglie che abitano nelle palazzine Ather e che da mesi stanno ricevendo quelle che noi chiamiamo cartelle pazze. Morosità risalente anche a 10, 15, 20 anni fa e che non può essere richiesta oggi perché è logico che stiamo parlando di persone che hanno già delle difficoltà e delle marginalità economiche. Per cui quello che oggi si richiede è andare ad indagare queste cause di morosità, fare dei piani di rientro che siano compatibili con le risorse economiche di queste persone e soprattutto è evidente che alcuni di quei debiti oggi sono caduti in prescrizione quindi si possono richiedere solo i cinque anni precedenti come arretrati».
La compattezza della piazza porta a un incontro immediato con l’Assessore Ciacciarelli. L’Unione Inquilini ribadisce la necessità di un tavolo unitario con tutte le rappresentanze. L’Assessore garantisce una convocazione entro inizio dicembre, con i direttori di tutte le Ater. Annuncia inoltre l’approvazione del regolamento attuativo per l’assegnazione in deroga delle case alle donne vittime di violenza.
Walter De Cesaris, segretario UI Roma, insiste: «Ci deve essere un contratto di servizi tra la Regione e l'Ater con un finanziamento pluriannale certo, secondo noi almeno 50 milioni l'anno ai fini di sostenere la funzione sociale delle armi e al tempo stesso permettere di fare manutenzioni e avviare processi, rendere le condizioni abitative nelle case popolari adeguate a una condizione di civiltà che oggi non esiste».
Il quadro si chiude con l’appello di Deo Peppicelli, Unioni inquilini Spinaceto: «Abbiamo milioni e milioni di famiglie in povertà che non possono stare sul mercato privato degli affitti, non a caso abbiamo una marea di sfratti per morosità sul privato, quindi la soluzione è quella di mettere molte più case popolari con canoni sociali e legate al reddito a disposizione e purtroppo da anni non si fa, non c'è nessun finanziamento, non c'è nessun piano per incrementare, anche a Regione Lazio ha tolto pure quei contributi all'affitto, quei contributi per la morosità incolpevole».
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