Roma, 20 novembre 2025
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Plastica, scienza e opinione pubblica: a Roma Tre il confronto che sfida i miti dell’economia circolare

L’università Roma Tre e l’Osservatorio Plastica hanno riunito imprese, divulgatori, ambientalisti e associazioni dei consumatori al convegno Evidenze scientifiche e percezioni sugli imballaggi in plastica: un confronto necessariov

di Redazione La CapitaleULTIMO AGGIORNAMENTO 4 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Come nasce un’informazione corretta sulla plastica? Quanto incidono la scienza, l’industria, i media e quanto invece la percezione pubblica? È attorno a queste domande che mercoledì 19 novembre l’università Roma Tre e l’Osservatorio Plastica hanno riunito imprese, divulgatori, ambientalisti e associazioni dei consumatori al convegno Evidenze scientifiche e percezioni sugli imballaggi in plastica: un confronto necessario, ospitato dal dipartimento di Economia aziendale.

A introdurre il dibattito è stato Carlo Alberto Pratesi, professore ordinario di Marketing, innovazione e sostenibilità, che ha aperto i lavori sottolineando il ruolo della ricerca come strumento per orientare le decisioni pubbliche e private in un settore spesso al centro di controversie e semplificazioni.

La fotografia del riciclo in Italia: una filiera in crescita ma sotto pressione

La prima parte dell’incontro è stata dedicata ai numeri. Maria Cristina Poggesi (IPPR) ha presentato l’indagine realizzata con Plastic Consult: una fotografia aggiornata dell’impiego delle materie plastiche riciclate in Italia, che mostra una filiera vivace, tecnologicamente avanzata e sostenuta da investimenti, ma anche esposta a criticità strutturali. Secondo i principali dati del rapporto sono 1,340 i milioni di tonnellate di plastiche riciclate utilizzate nel 2024 (+5,1 per cento rispetto al 2021 e +0,2 per cento sul 2023), di cui il 75 per cento proveniente da riciclo post-consumo e il 25 per cento da scarti pre-consumo. I polimeri più impiegati sono il polietilene (33 per cento), il polipropilene (25 per cento), il Pet (20 per cento). Per quanto riguarda i settori applicativi principali sono il packaging (39 per cento), l'edilizia (24 per cento), l'arredo urbano.

«La sinergia tra il mondo del riciclo e quello della trasformazione ha consentito all’Italia di raggiungere risultati eccellenti proprio dove si compie la realizzazione dell’economia circolare, ovvero nell’effettivo reimpiego delle plastiche riciclate. È un patrimonio che non possiamo perdere, per questo abbiamo ritenuto importante ascoltare le voci di tutta la filiera», ha spiegato Poggesi.

Da Corepla è arrivato l’invito a puntare sulla qualità, più che sulla quantità, dei materiali raccolti. «Per centrare gli obiettivi europei non basta più aumentare il volume della raccolta differenziata degli imballaggi in plastica. Oggi la priorità è migliorare la qualità della raccolta, ampliare l’impiego di riciclato e fondare l’informazione su evidenze chiare e scientifiche. Solo così potremo accompagnare imprese, cittadini e istituzioni verso decisioni realmente sostenibili e capaci di generare un impatto positivo nel lungo periodo», ha sottolineato Davide Pollon, responsabile Ricerca e Sviluppo.

Il punto di vista dell’industria: innovazione e materiali idonei

A portare il contributo delle imprese è stata Erika Simonazzi, direttrice marketing e comunicazione di Flo Group, che ha ricordato come il dibattito sulla sostenibilità non possa ridursi a un giudizio ideologico sui materiali.

«Non esiste un materiale migliore in assoluto: esiste il materiale giusto per ogni utilizzo. Quando riciclabile e riciclata, la plastica rappresenta una scelta pienamente sostenibile. Per questo abbiamo appena lanciato il primo bicchiere per distributori automatici con polistirolo riciclato post consumo food grade», ha annunciato.

Scienza e media: come nasce la percezione pubblica

La seconda parte dell’incontro è stata dedicata al ruolo dell’informazione. Il divulgatore scientifico Ruggero Rollini ha messo in guardia dai rischi della semplificazione, soprattutto quando si parla di materiali complessi e di processi industriali poco noti al grande pubblico. La polarizzazione del dibattito, ha ricordato, può portare a un’immagine distorta della plastica e del riciclo, con ricadute sulle scelte dei consumatori e sulle politiche pubbliche.

Il confronto tra accademia, industria e società civile ha evidenziato la necessità di una comunicazione basata su dati verificabili, capace di distinguere tra problemi ambientali reali e percezioni amplificate.

Un dialogo necessario per scelte più consapevoli

L’iniziativa ha mostrato come mettere insieme competenze diverse sia essenziale per rafforzare la qualità del dibattito pubblico. Un passo necessario per affrontare la transizione ecologica, superare i pregiudizi e favorire decisioni informate sull’uso dei materiali e sull’economia circolare.

Secondo gli organizzatori, creare alleanze tra scienza, imprese, cittadini e media è la strada per costruire un approccio più maturo e consapevole: un percorso che parte dai dati, ma si compie nella capacità di comunicarli con chiarezza.

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