Roma, 23 ottobre 2025
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Giornalisti e leader dell’opposizione in piazza a Roma dopo l’attentato a Ranucci: «Difendere la libertà di stampa è difendere la democrazia»

In centinaia alla manifestazione «Viva la stampa libera» convocata dal M5S (ma senza stemmi di partito) dopo l’attacco al giornalista di Report. Sul palco Gabanelli, Abate, i direttori di Fanpage e Il Fatto, con Conte, Schlein, Fratoianni e Bonelli. Presente anche una delegazione di FdI

di Giacomo ZitoULTIMO AGGIORNAMENTO 20 ore fa - TEMPO DI LETTURA 4'

Piazza Santi Apostoli, a Roma, si è riempita nella serata di lunedì 21 ottobre per la manifestazione “Viva la stampa libera”, promossa dal Movimento 5 Stelle dopo l’attentato contro Sigfrido Ranucci, conduttore e autore di Report. Una piazza senza simboli di partito ma con un messaggio chiaro: difendere la libertà di stampa come pilastro della democrazia.

Sul palco si sono alternati giornalisti, direttori e firme di rilievo dell’informazione italiana — tra cui Milena Gabanelli, già conduttrice di Report, Lirio Abbate, caporedattore de La Repubblica e i direttori di Fanpage.it e Il Fatto Quotidiano Francesco Cancellato e Marco Travaglio — per denunciare le crescenti pressioni politiche e giudiziarie contro il giornalismo d’inchiesta.

Il racconto dell’iniziativa e le voci dal palco

Il pomeriggio si è aperto dopo una breve presentazione con l'intervento del leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte, a cui si sono alternati diversi interventi da remoto (come nel caso di Gabanelli, Travaglio e della giornalista palestinese Rula Jebreal).

Cancellato, presente sul posto, è stato quindi interrotto per dei problemi tecnici prima di poter riprendere quando ormai nella piazza era necessario avere un ombrello, data la pioggia che ha iniziato a cadere poco prima delle 18.30.

Tra le questioni sollevate nei diversi interventi non sono mancati i riferimenti al clima di ostilità istituzionale da parte di diversi membri del governo nei confronti della stampa italiana e, in particolare, contro la trasmissione di cui Ranucci è conduttore. Seppur spesso citato, non è stato però il governo il centro della questione, quanto più in generale una riflessione sulla situazione nella quale vive il giornalismo italiano oggi.

Di rapporto tra potere politico e giornalistico hanno ad esempio parlato in maniera diversa Gabanelli e Travaglio. La prima non si è risparmiata nel criticare le forze politiche all’opposizione, ricordando come le stesse non si siano mostrate altrettanto accondiscendenti in passato quando, in forme e modalità diverse, sedevano a Palazzo Chigi. Travaglio invece ha voluto incentrare parte del suo intervento rivolgendosi direttamenti ai propri colleghi, esortandoli ad assumere una posizione più distaccata nei confronti delle diverse pressioni politiche che spesso intercedono nel lavoro giornalistico.

Ma dal palco a piazza dei Santi Apostoli non si sono levate solo critiche. Tra le proposte per un cambio di passo si è parlato della situazione interna alla Rai così come delle pressioni che troppo facilmente limitano il lavoro dei giornalisti nel Paese..

Fulcro di queste istanze è stato l’intervento della presidente della Vigilanza Rai Barbara Floridia che ha ad esempio chiesto di sbloccare la legge contro le querele temerarie e restituire risorse e dignità a Report, denunciando la paralisi della Commissione di Vigilanza Rai come «un attentato alla democrazia». Di riforma della Rai e la fine delle querele temerarie contro i giornalisti hanno parlato anche i leader delle diverse forze politiche negli interventi catturati sotto il palco, da Conte a Magi passando per Schlein, Bonelli e Fratoianni.

A chiudere la manifestazione è stato Sigfrido Ranucci, accolto da un lungo applauso: «Se pensavano di fermare Report, otterranno l’effetto opposto. Abbiamo toccato centri di potere che non avevano piacere di essere disturbati», ha detto il giornalista.

Maggioranza in piazza, ma il confronto politico si accende

A sorpresa, una delegazione di Fratelli d’Italia — con i capigruppo Lucio Malan e Galeazzo Bignami e il dirigente Giovanni Donzelli — si è unita alla manifestazione: «È una piazza per la tutela dei giornalisti, non c’era ragione per non esserci», ha detto Malan. Anche Forza Italia ha voluto rappresentanza in piazza con Paolo Emilio Russo, che ha definito l’iniziativa «un segnale unitario per difendere la libertà di informazione, come ci ha esortato il presidente Mattarella».

A loro si rivolgono indirettamente gli interventi di Conte e Schlein che chiedono maggiore concretezza alle azioni di governo. «Il partito della presidente del Consiglio ritiri le querele contro Ranucci e i giornalisti d’inchiesta - ha detto Conte -, e si sblocchi finalmente la Commissione di Vigilanza Rai, ferma da un anno».

Sulla stessa linea Elly Schlein, che ha inoltre invitato il governo ad approvare «il recepimento della direttiva europea a tutela dei giornalisti».

La segretaria del Pd ha poi respinto le polemiche arrivate da destra dopo il suo intervento al Congresso dei socialisti europei: «Nessuno ha mai detto che il governo Meloni sia mandante dell’attentato. Ho solo ricordato che dove l’estrema destra governa, la libertà di stampa si indebolisce».

Le ultime novità sul caso

Il caso Ranucci è stato discusso anche al Parlamento europeo, dove la commissaria all’Allargamento Marta Kos ha definito gli attacchi al giornalista «inaccettabili e da investigare fino in fondo». La vicepresidente dell’Eurocamera Pina Picierno ha ricordato che «la polarizzazione e la radicalizzazione del dibattito pubblico penalizzano la verità e mettono a rischio la stampa libera».

Intanto la Commissione parlamentare Antimafia ha fatto sapere che convocherà Ranucci, lasciandogli libertà di decidere «come e quando venire», da dichiarato Chiara Colosimo, presidente dell’organo parlamentare.

Sul fronte delle indagini gli inquirenti proseguono nell’ascolto di testimoni e nell’analisi delle decine di telecamere di sicurezza – sia pubbliche che private – acquisite nei giorni scorsi.

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