
Roma si prepara a diventare la capitale mondiale dell’infanzia. Durante l’udienza generale del 19 novembre, Papa Leone XIV ha annunciato che la seconda edizione della Giornata Mondiale dei Bambini (GMB) si terrà dal 25 al 27 settembre 2026, trasformando la città in un grande laboratorio internazionale di dialogo, incontro e speranza.
La prima edizione della Giornata Mondiale dei Bambini, svoltasi nel 2024, vide la partecipazione di circa 100 mila bambini provenienti da 101 nazioni.
Il percorso verso la seconda edizione del 2026 è stato avviato da un gesto che ha commosso piazza San Pietro: sul sagrato Majd Bernard, 7 anni, proveniente da Gaza, ha consegnato al Santo Padre la bandiera con il logo ufficiale della Giornata, affiancato da Padre Enzo Fortunato, presidente del Comitato Pontificio della GMB.
Il logo raffigura sette impronte colorate — una per ogni continente — a ricordare la bellezza e la diversità dell’umanità. Sotto le impronte, la cupola di San Pietro: un abbraccio che unisce i piccoli del mondo. Un messaggio universale che anticipa il senso dell’edizione 2026: custodire l’infanzia, ascoltarne i desideri e riconoscerne il valore.
A La Capitale, Padre Enzo Fortunato, presidente Pontificio Comitato per la GMB, racconta il cuore dell’iniziativa e la visione che guiderà l’edizione del prossimo anno.
Padre Enzo, la presenza di un bambino di Gaza è un segno fortemente simbolico. Come verrà valorizzato il tema della pace nelle aree di conflitto?
«La partecipazione di un bambino proveniente da Gaza è il segno più evidente che la Giornata vuole dare voce a chi vive la guerra sulla propria pelle. Per questo nel 2026 saranno presenti delegazioni di bambini provenienti da tutte le principali aree di conflitto del mondo. Saranno accompagnati da educatori ed esperti che li aiuteranno a raccontare i loro sogni e le loro ferite. Incontri, testimonianze e momenti di preghiera mostreranno quanto i piccoli desiderino pace più di chiunque altro. Sarà un richiamo potente alla responsabilità della comunità internazionale».
Quali saranno le principali novità rispetto alla prima edizione del 2024?
«La grande novità è che non sarà più solo un giorno, ma tre giornate piene, pensate per favorire relazioni autentiche tra i bambini provenienti da ogni parte del mondo. Questo tempo più disteso permetterà attività di confronto, laboratori educativi e momenti di scambio assistiti da famiglie, insegnanti e operatori pastorali. Ci saranno più spazi dedicati all’ascolto diretto dei bambini. Roma diventerà una grande aula di dialogo internazionale. L’obiettivo è creare amicizie e consapevolezze che continuino anche dopo l’evento».
Immaginiamo un bambino che partecipa nel 2026: quale ricordo vorrebbe rimanesse con lui negli anni?
«Vorrei che quel bambino portasse con sé la certezza di essere importante, ascoltato e accolto senza condizioni. Che ricordasse la bellezza dell’incontro con coetanei di Paesi diversi, scoprendo che le differenze non dividono ma arricchiscono. Che conservasse il profumo della festa, della preghiera, dei giochi condivisi nelle piazze di Roma. Vorrei che sentisse la gioia di essere parte di una famiglia globale più grande della propria casa. E che, un giorno, da adulto, tornasse a cercare la pace che da piccolo aveva respirato».
Pensa che la Giornata possa diventare, nel tempo, un vero movimento mondiale per l’infanzia?
«Sì, la Giornata ha tutte le caratteristiche per diventare un movimento mondiale stabile. Sarà un appuntamento pastorale della Chiesa che, seguendo il Vangelo, mette al centro la purezza dei sentimenti, la capacità di condividere e la speranza dei piccoli. Se questa dinamica spirituale incontra l’impegno educativo e sociale delle famiglie, delle scuole e delle comunità, potrà crescere oltre l’evento stesso. I bambini diventeranno protagonisti di un nuovo modo di guardare al mondo. E gli adulti saranno chiamati a seguirne l’esempio».
Con oltre due miliardi di bambini nel mondo — molti dei quali vivono in contesti di conflitto, povertà o instabilità — la Giornata Mondiale dei Bambini assume un valore che va oltre la festa. Per tre giorni Roma diventerà il cuore pulsante dell’infanzia globale.
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