Un ordigno rudimentale è esploso nella serata di ieri sotto casa del giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, provocando la distruzione della sua macchina e di quella della figlia, parcheggiate davanti a casa loro, a Campo Ascolano, frazione di Pomezia, alle porte di Roma.
La bomba è deflagrata intorno alle 22 ed è stata così potente da danneggiare anche un’abitazione vicina. «Poteva uccidere», ha dichiarato Ranucci, ancora sotto shock, mentre si stava recando dai carabinieri per denunciare il fatto.
Sulla vicenda indagano i pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Il fascicolo, affidato al pm Carlo Villani e coordinato dall’aggiunto Ilaria Calò, ipotizza il reato di danneggiamento aggravato dal metodo mafioso.
Al momento si attendono le prime informative delle forze dell’ordine intervenute sul posto. Ranucci ha sottolineato che sua figlia era passata davanti all’auto appena venti minuti prima dell’esplosione, evidenziando la gravità e il potenziale tragico dell’attentato.
Anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso la sua ferma condanna per l’attentato, sottolineando la gravità dell’accaduto e il suo significato politico e civile. «Esprimo a Sigfrido Ranucci tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza insieme a quella di tutta Roma per l’inaudito atto intimidatorio che ha colpito lui e la sua famiglia», ha dichiarato. «Un gesto vile e inaccettabile che rappresenta un attacco alla libertà di stampa e al diritto di essere informati. Chi colpisce un giornalista colpisce la democrazia. Mi auguro sia fatta al più presto piena luce su questo inquietante episodio».
Il gesto arriva a pochi giorni dall’annuncio, da parte di Ranucci, dei temi della nuova stagione di Report, in onda dal 26 ottobre su Rai3. Tra le inchieste previste: sanità, università, finanziamenti pubblici, rapporti tra ’ndrangheta ed estrema destra, e il ruolo di Matteo Messina Denaro. Temi delicati, che da sempre espongono il giornalista a minacce e pressioni.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso «solidarietà e ferma condanna per l’atto intimidatorio», ribadendo che «la libertà di informazione è un valore irrinunciabile».
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato il rafforzamento delle misure di protezione per Ranucci. Anche il vicepremier Antonio Tajani ha condannato l’attentato.
Anche le reazioni del mondo dell’informazione all’attentato contro Sigfrido Ranucci sono state immediate e corali.
Infatti sindacati, associazioni e colleghi hanno espresso solidarietà al giornalista, sottolineando come l’attacco non colpisca solo una persona, ma l’intero diritto dei cittadini a essere informati. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha parlato di un «salto di qualità» che richiama gli anni più bui della nostra storia, mentre Usigrai ha denunciato il clima d’odio che da tempo circonda il giornalismo d’inchiesta.
Libera ha definito l’attentato «un gesto vile» che mira a zittire una voce libera, attaccando il cuore stesso della democrazia. Anche Rai e Unirai hanno ribadito il loro sostegno, condannando con fermezza ogni minaccia contro chi opera nel servizio pubblico. In questo contesto, l’informazione si stringe attorno a Ranucci non solo per difendere un collega, ma per riaffermare il valore della verità e il ruolo insostituibile del giornalismo libero in una società democratica.
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