
Inizia con la domanda che attraversa il Novecento e resta sospesa ancora oggi: che cos’è il fascismo? Un «camuffamento» che «si nutre di paura» e a quella stessa paura «risponde con la violenza». È da qui che prende forma «Matteotti – Anatomia di un fascismo», il lavoro scritto da Stefano Massini e affidato alla voce intensa di Ottavia Piccolo, capace di ripercorrere la traiettoria umana e politica di Giacomo Matteotti come un monito che continua a pulsare.
L’attrice non è sola: accanto a lei I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo costruiscono un dialogo che avvolge scena e pubblico. I video di Raffaella Rivi illuminano passaggi cruciali, mentre la regia di Sandra Mangini intreccia musica e parola in una struttura che vive di ritmo e di memoria. Non un racconto museale, ma un corpo vivo che restituisce l’immagine di quell’uomo dal «sangue caldo» che molti chiamavano «Tempesta».
Lo spettacolo arriva per la prima volta a Roma, al Teatro Vittoria dal 25 al 30 novembre, con repliche serali e pomeridiane. Un debutto che apre un lungo tour destinato a toccare città come Parma, Ivrea, Udine, Firenze fino alla primavera.
Al centro c’è la capacità di Matteotti di riconoscere per tempo l’avanzare di un fenomeno che molti non videro o non vollero vedere. «Il pericolo più grande, la malattia che fa morire un uomo è quella che non senti crescere». Lui li vedeva, uno per uno: quelli che ordinavano il «celibano» al caffè dietro il Duomo di Ferrara; quelli che parlavano di riportare ordine; quelli che seguirono il «Contessino Italo Balbo» fino a prendersi l’Italia intera.
Matteotti, «l’oppositore, il pacifista, lo studioso, il riformista», scelse la parola. Una parola «chiara, veritiera, fondata sui fatti» e proprio per questo pericolosa. Aveva 39 anni quando fu ucciso. La regista Mangini ricorda quanto sia necessario, oggi, occuparsi del bene pubblico con pensiero «costruttivo, legalitario, partecipativo, paritario, realistico».
La produzione è di Argot Produzioni e Officine della Cultura, con numerose collaborazioni istituzionali. Sul palco, insieme alla Piccolo, i musicisti Massimiliano Dragoni, Luca Roccia Baldini, Massimo Ferri, Gianni Micheli, Mariel Tahiraj ed Enrico Fink. Scene, luci, costumi e tecnici compongono una macchina teatrale compatta. Durata: 70 minuti.
Un lavoro che guarda al passato per illuminare il presente e ricordare che la storia, quando non la si ascolta, torna sempre.
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