
La notizia, diffusa dalla «Bild» e confermata dai media tedeschi, ha colpito il mondo dello spettacolo. La polizia criminale bavarese ha aperto un’indagine per chiarire le cause del decesso, come riferisce anche lo «Spiegel».
Nate a Nerchau il 20 agosto 1936, cresciute nella futura Ddr, iniziano a studiare danza da bambine e a undici anni entrano nel programma del Teatro d’Opera di Lipsia. A diciotto fuggono nella Germania Ovest per lavorare al Palladium di Düsseldorf. Poi arriva il Lido di Parigi con le Bluebell Girls, e nel 1959 rappresentano la Germania Ovest all’Eurovision.
Il 1961 è l’anno chiave. Con «Giardino d’inverno» e, soprattutto, con «Studio Uno», le Kessler diventano un fenomeno nazionale: la sigla «Da-da-un-pa» segna un’epoca, le loro coreografie conquistano il pubblico. Seguono «Milleluci», «Canzonissima» e i Carosello dei collant, che ne consolidano l’immagine di icone della tv. Sul fronte cinematografico recitano in «Il giovedì» di Dino Risi e in «I complessi», al fianco di Alberto Sordi, entrando così anche nella commedia popolare italiana.
Negli anni Sessanta la loro popolarità raggiunge l’estero: tournée mondiali, partecipazioni a programmi internazionali e persino una copertina della rivista Life. Nel 1986 tornano a vivere stabilmente in Germania, a Grünwald, senza però interrompere il legame con il pubblico italiano. Nel 2006 donano in vita il loro patrimonio a Medici Senza Frontiere.
L’Ansa ricorda le loro parole sugli anni d’oro: «Ci piaceva lavorare con Mina, Raimondo Vianello e Johnny Dorelli… Don Lurio aveva idee stupende, ma erano troppo “piccole” per due ragazze alte come noi». In un’intervista del 2024 alla «Bild» avevano espresso la volontà di essere sepolte «nella stessa urna». Bruno Vespa, parlando a LaPresse, ha detto: «Per me è come un lutto familiare… hanno fatto impazzire l’Italia, le gambe erano più lunghe del teleschermo».
Il loro mito attraversa generazioni: discipline impeccabili, ironia naturale e una presenza scenica che ha segnato per sempre la storia dello spettacolo europeo. Icone insieme, fino all’ultimo.
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