
Le luci si accendono sul muro di cinta dell’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo: appare così, in tutta la sua estensione, l’opera che racconta il cuore del Pastificio Futuro. Ottanta metri di colori firmati da Giovanna Alfeo, dedicati a Papa Francesco e Padre Gaetano Greco, il cappellano che dieci anni fa avviò un percorso di rinascita attraverso il lavoro artigianale.
L’inaugurazione, in via Giuseppe Barellai 140, ha riunito rappresentanti delle istituzioni civili, religiose e sociali. L’opera nasce nel solco del messaggio pronunciato da Papa Francesco nel 2013 al carcere minorile: «Non lasciatevi rubare la speranza». Da quella frase è germogliato il Pastificio Futuro, promosso dalla Gustolibero Società Cooperativa Sociale Onlus con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana, di Caritas Italiana e degli enti della giustizia minorile, e vincitore dell’avviso “Artes et Iubilaeum – 2025” finanziato dall’Unione europea – Next Generation Eu nel Pnrr.
Ad aprire gli interventi è Alberto Mochi Onori, presidente del Pastificio Futuro, che ricorda con semplicità la radice del progetto: «Padre Gaetano è stato un cappellano che tanto si è dedicato ai ragazzi e ha fortemente voluto la nascita del Pastificio».
Poi aggiunge: «Il pastificio ha bisogno di una squadra: non si costruisce da soli, ma insieme».
Le sue parole diventano il punto di raccordo per riflettere sul ruolo educativo del luogo e anticipano il tema della speranza, richiamato più volte dagli ospiti istituzionali.
Il primo a raccogliere questo filo è il Cardinale Baldassarre Reina, vicario di Roma, che insiste sulla responsabilità della comunità: «Abbiamo bisogno di costruire speranza». E guarda al passato come guida: «Tu getti il seme, poi vengono pioggia e intemperie, e piano piano qualcosa fiorisce».
A lui si collega Cristiana Rotunno, vice capo Dipartimento per la Giustizia Minorile, portando l’attenzione sul valore del percorso rieducativo: «Nessun uomo è mai identificabile con la sua colpa, e meno che mai lo è un ragazzo».
Il discorso si allarga poi al territorio con Marco Della Porta, presidente del Municipio XIV, che legge il progetto come un investimento collettivo: «La bellezza può salvare il mondo: oggi lo testimoniamo».
A rappresentare il Campidoglio, anche Erica Battaglia, presidente della Commissione Cultura Politiche Giovanili e Lavoro.
La prospettiva sociale torna nelle parole di Giustino Trincia, direttore di Caritas Roma: «Qui c’è un segno di speranza che si è trasformato in realtà».
E ancora, Antonio Pappalardo, direttore interdistrettuale per la Giustizia Minorile, che definisce il Pastificio «uno di quei luoghi straordinari», sottolineando la continuità tra istituzioni e terzo settore.
Dalle parole alla materia, Alfeo riporta il discorso sul piano artistico e simbolico: «Ho pensato a una lunghissima finestra su un paesaggio altro… un grande volo di uccelli trova direzione verso un abbraccio, soggetto principale del murale».
Un passaggio raccolto da Don Nicolò Ceccolini, cappellano dell’Istituto, che ricolloca il tema dell’abbraccio nel percorso spirituale: «Nessuno è definito dai propri errori; ognuno è degno di uno sguardo e di un gesto d’amore».
Il dialogo tra arte, fede e comunità trova una forma concreta nell’annuncio di Mochi Onori, che segna la nuova fase del progetto:
«Destineremo le donazioni ricevute alla produzione di pasta da donare alle persone più bisognose… offriremo pacchi di pasta ai detenuti per il Giubileo delle Carceri del 14 dicembre 2025».
In chiusura, la proiezione del documentario di Edoardo Iacolucci e il momento conviviale curato dallo chef Lorenzo Leonetti e dal birrificio Due Fusti restituiscono l’immagine di una comunità che si ritrova attorno a un’idea condivisa di futuro.
A Casal del Marmo, dove ogni giorno si intrecciano storie difficili e possibilità di rinascita, quel murale ora segna una soglia simbolica: trasformare un limite in un passaggio, un confine in un luogo che guarda avanti.
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