Roma, 7 ottobre 2025
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Il ghetto di Roma si blinda: l'associazione Setteottobre pubblica le foto della strage per «non dimenticare»

Al quartiere ebraico la memoria si traduce in silenzio. Davanti al Tempio Maggiore, c'è chi si ferma leggere i nomi degli ostaggi appesi ai muri mentre i militari sorvegliano ogni accesso

di Anita ArmeniseULTIMO AGGIORNAMENTO 2 ore fa - TEMPO DI LETTURA 4'

Nel giorno del secondo anniversario dell’attacco di Hamas contro la popolazione civile israeliana, Roma si blinda. Nel quartiere ebraico della capitale, forze dell’ordine e unità speciali presidiano ogni accesso, con particolare attenzione al Tempio Maggiore, dove si svolgono anche le celebrazioni per la festa di Sukkot.

Serrande abbassate, controlli rafforzati, posti di blocco. L’intero ghetto è in stato di massima allerta. Sui muri delle strade del ghetto le foto degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 raccontano una memoria ancora viva, volti di uomini, donne e bambini accompagnati da didascalie che spiegano chi è stato liberato, chi ucciso, chi è ancora prigioniero nella Striscia di Gaza.

Ed è in questo clima di tensione e raccoglimento, l’associazione Setteottobre ha lanciato oggi una campagna di comunicazione dal titolo «È ancora il 7 ottobre», che rende accessibili al pubblico, tramite un QR code sul sito ufficiale, le immagini della strage. L’obiettivo, spiega l’associazione, è «non dimenticare l’orrore del massacro perpetrato dai terroristi islamici e contrastare l’odio che permea le piazze e il dibattito pubblico».

«Il feroce e disumano attacco perpetrato da Hamas e Jihad islamica in Israele rappresenta una nuova dimensione dell’orrore mai vista prima. È una delle pagine più tenebrose della storia recente, che ha spalancato le porte a una crescente tolleranza verso l’ideologia dell’odio e della violenza», si legge nella nota diffusa dall’associazione.

Per la prima volta, le foto della strage del 7 ottobre saranno consultabili pubblicamente attraverso un link digitale. Un’iniziativa che — sottolineano i promotori — vuole anche reagire alla «pericolosa deriva» del dibattito pubblico europeo, «condizionato da un antisemitismo che si manifesta ormai apertamente».

Nel lungo intervento pubblicato sul sito, Stefano Parisi, presidente di Setteottobre, scrive: «Sono passati due anni ed è ancora il 7 ottobre. Gli ostaggi sono ancora nelle mani di Hamas, Israele è esausto e immerso nel dolore, i palestinesi sono ostaggi di Hamas e del loro odio secolare verso gli ebrei. Ma l’orrore del 7 ottobre sta continuando a devastare anche la nostra comunità democratica, è penetrato nell’ideologia suicida antioccidentale e nell’antisemitismo che oggi si esprime con violenza nelle nostre piazze».

Parisi definisce il 7 ottobre «un punto di non ritorno», un evento che ha colpito Israele e, insieme, «il mondo libero», lasciando Israele «più isolato che mai». «È ancora il 7 ottobre in Israele — scrive — finché non saranno liberati gli ostaggi. 732 giorni nel lager di Gaza, 251 vite sospese».

Ma per Parisi il 7 ottobre non è solo una ferita israeliana: «È ancora il 7 ottobre in Europa», denuncia, riferendosi alla diffusione di ideologie radicali e all’aumento degli episodi di antisemitismo anche nelle università e nei luoghi della cultura.

A Roma, intanto, la memoria si traduce in immagini e silenzio. Davanti al Tempio Maggiore, c'è chi si ferma a leggere i nomi degli ostaggi appesi ai muriò. I militari sorvegliano ogni accesso, mentre la comunità ebraica romana vive una giornata di raccoglimento, tra la preghiera di Sukkot e il ricordo delle vittime.

L’iniziativa di Setteottobre ha suscitato reazioni contrastanti. Infatti se per alcuni rappresenta un necessario atto di verità e consapevolezza, per altri rischia di alimentare divisioni in un contesto già teso.

Resta il messaggio centrale della campagna. «Sì, è ancora il 7 ottobre, perché la memoria è viva nelle macerie dei kibbutz bruciati, nei traumi dei superstiti, nel dolore dei familiari delle vittime. Non dimenticare il 7 ottobre significa difendere il mondo libero, le nostre libertà, i nostri valori».

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