Roma, 3 novembre 2025
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Cronaca di Roma

Ennesimo atto intimidatorio contro Emanuela Isopo: escalation tra Ostia e Fiumicino

Terzo episodio intimidatorio in poco più di un mese contro Emanuela Isopo, dirigente nazionale di Unione Inquilini. Dopo il taglio delle gomme e l’imbrattamento dell’auto, ora vernice sull’abitazione. L’associazione: «È inaccettabile, chiediamo incontro urgente col Prefetto»

di Redazione La CapitaleULTIMO AGGIORNAMENTO 9 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Ancora una notte di paura per Emanuela Isopo, componente della segreteria nazionale di Unione Inquilini e figura di riferimento nelle lotte per il diritto alla casa. Il 2 novembre 2025, ignoti hanno imbrattato con vernice la porta della sua abitazione. Un gesto che arriva dopo due episodi ravvicinati: il taglio delle gomme dell’auto il 30 settembre e il vandalismo sulla stessa vettura il 13 ottobre.

«È inammissibile questo ennesimo atto vile», denuncia Unione Inquilini, che «questa volta dice basta» e sollecita un incontro urgente col Prefetto. Secondo l’associazione, la matrice è chiara: «È evidente la volontà di colpire Emanuela per la sua attività sociale e civile».

L’impegno civile sotto attacco

Da anni attiva tra Ostia e Fiumicino, Isopo si è distinta per la difesa dei diritti degli inquilini e per la lotta contro il degrado e le infiltrazioni criminali nei quartieri popolari. La sua azione, spiegano dall’associazione, ha dato fastidio a più di qualcuno: «Questi segnali intimidatori sono un attacco non solo a lei, ma a chiunque crede nella libertà di parola, nella partecipazione e nella solidarietà».

L’Unione Inquilini invita istituzioni, associazioni e cittadini a «fare rete intorno a Emanuela», per affermare che «nessuna intimidazione fermerà chi difende la dignità e i diritti delle persone».

Tre episodi in poco più di un mese

L’escalation comincia il 30 settembre, quando la dirigente sindacale trova le gomme dell’auto tagliate. Segue, il 13 ottobre, un nuovo atto vandalico contro la stessa macchina. E infine, nella notte tra il 1° e il 2 novembre, l’imbrattamento della porta di casa. Tre episodi in sequenza che delineano un chiaro tentativo di intimidire e isolare chi si batte per la giustizia sociale.

Unione Inquilini sottolinea come la situazione non sia isolata: dopo casi analoghi a Messina e Napoli, cresce la preoccupazione per la libertà sindacale e per il clima di tensione nei confronti degli attivisti.

«La libertà sindacale è minacciata»

Nel comunicato diffuso dopo l’episodio del 13 ottobre, il sindacato aveva già lanciato l’allarme: «La libertà sindacale è minacciata dall’alto con la cosiddetta “Legge Sicurezza”, che mira a criminalizzare le lotte operaie e sociali». E ancora: «Le mafie e la criminalità ingrassano grazie all’assenza dello Stato e alla mancanza di risposte nella direzione della giustizia sociale».

Dati alla mano, Unione Inquilini ricorda che 650 mila famiglie attendono una casa popolare pur avendone diritto, mentre migliaia di case popolari restano inutilizzate. «È il più grande favore che si possa fare a chi specula sulla sofferenza sociale», scrive l’associazione.

«Ricostruiamo una comunità solidale e vigile»

Dopo il nuovo episodio, il sindacato ribadisce l’urgenza di una risposta collettiva: «Dove mancano la presenza e la protezione dello Stato, è fondamentale ricostruire una comunità solidale e vigile, capace di proteggere chi si impegna per il bene comune».

Unione Inquilini invita dunque a non restare indifferenti: «Chiunque sta al fianco di chi soffre e lotta per migliorare la propria condizione deve unirsi e mobilitarsi. Nessuno giri la faccia dall’altra parte».

Un appello che suona come un monito civile, dopo un mese segnato da minacce e violenze.

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