Roma Capitale fa fronte comune con il tessuto produttivo e sindacale per affrontare l’impatto dei dazi e delle fluttuazioni del dollaro sull’economia cittadina. Martedì 9 settembre, all’assessorato alle Attività produttive, pari opportunità e attrazione investimenti, si è svolto il primo tavolo di confronto promosso dall’assessora Monica Lucarelli.
Un appuntamento che ha visto la partecipazione della Camera di Commercio di Roma, delle associazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Federlazio, CNA, Unindustria, Federalberghi, Confindustria Alberghi, Legacoop, Confcooperative, Confapi e Acer), delle organizzazioni sindacali (Cgil Roma e Lazio, Cisl Roma e Uil Roma e Lazio), oltre ai rappresentanti del Consorzio Dragona e del Tecnopolo Tiburtino. Una platea ampia, che ha riunito l’intero spettro produttivo romano: commercio, servizi, industria, edilizia, turismo, cooperazione e mondo del lavoro.
Dal confronto è emerso con chiarezza che la variabile più pesante non è soltanto l’impatto diretto dei dazi, ma l’incertezza che condiziona scelte e programmazione delle imprese. Una fragilità che colpisce in particolare le realtà più piccole, con effetti a cascata lungo le filiere produttive.
I settori più vulnerabili risultano il farmaceutico e il meccanico, mentre i prodotti di lusso appaiono meno esposti. Proprio in questi comparti, ad alto valore aggiunto e ricchi di giovani qualificati, il rischio è duplice: da un lato il rallentamento degli investimenti in ricerca e formazione, dall’altro la fuga di competenze all’estero.
Altro tema emerso riguarda la proposta del governo di istituire nuove zone economiche speciali (zes) nel centro Italia: secondo molte voci presenti, Roma rischia di perdere attrattività e investimenti se non viene adeguatamente tutelata, pur garantendo un sostegno ai territori più fragili.
Un passaggio centrale del dibattito ha riguardato l’urgenza di rafforzare la formazione e l’internazionalizzazione. Per micro e piccole imprese, spesso prive di strumenti e competenze, non basta aprire nuove rotte commerciali: serve un accompagnamento strutturato per cogliere opportunità sui mercati globali e resistere agli shock esterni.
«Abbiamo messo intorno a un tavolo – ha dichiarato l’assessora Lucarelli – tutte le energie vive del nostro sistema economico. È un passaggio fondamentale: non ci limitiamo a reagire in modo frammentario, ma costruiamo insieme un percorso strutturato. Lavoreremo con la Camera di Commercio, le associazioni di categoria e i sindacati per raccogliere dati, monitorare gli effetti dei dazi e delle tensioni sui mercati valutari e trasformare questa analisi in azioni concrete».
Lucarelli ha rimarcato la necessità di «difendere le imprese e i lavoratori e lavoratrici romani, rafforzando la competitività dei settori più esposti e sostenendo le filiere strategiche», con un obiettivo chiaro: «garantire lavoro di qualità ai giovani, trattenere i talenti e impedire che le competenze formate a Roma vadano altrove». Un metodo, quello scelto dal Campidoglio, fondato su «dialogo, condivisione e responsabilità collettiva per tutelare la nostra economia e prepararla alle sfide globali».
Il tavolo tornerà a riunirsi entro metà novembre e sarà esteso anche alla Regione Lazio, per avviare un percorso congiunto di ascolto e costruzione di risposte efficaci. «Roma può e deve diventare un modello di resilienza economica e sociale in un contesto internazionale sempre più instabile», ha concluso l’assessora.
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