Il governo italiano dovrà rispondere entro il 22 agosto alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) in merito alla richiesta fatta dall’Associazione 21 luglio sullo sgombero del campo rom in zona Magliana iniziato lo scorso 25 luglio, finanziato con fondi del Giubileo e promosso dalla Regione Lazio.
Secondo quanto denunciato dall’ETS, infatti, «lo sgombero [...] ha lasciato 36 persone – tra cui molti bambini – senza casa, in violazione dei diritti fondamentali garantiti dalla Convenzione Europea», si legge in un post su Facebook. La richiesta che segue dell’associazione è di trovare al più presto soluzioni di ricollocamento, chiedendo tutela per la continuità scolastica dei minori, la salute delle persone fragili e il diritto all’abitare oltre alla sospensione - quantomeno momentanea - degli sgomberi.
Lo sgombero seguito dalla Regione Lazio ha preso via lo scorso 25 luglio quando si sono presentate le ruspe al campo rom al Parco della Magliana. In quella giornata vennero abbattute cinque abitazioni nelle quali vivevano 14 persone tra cui sei bambini, costretti ad allontanarsi dall’area senza la possibilità di mettere i propri beni in sicurezza.
Oltre allo sgombero, a nessuno di loro era stata quindi fornita un’alternativa dignitosa nella quale spostarsi. Questo, denunciava l’Associazione, aveva dunque costretto gli ex abitanti del campo «a vivere in condizioni incompatibili con la dignità umana, in contrasto con la norma convenzionale che tutela contro trattamenti inumani e degradanti».
Le critiche sulle modalità di sgombero si erano infine sparse per il quartiere, coinvolgendo anche la parrocchia San Gregorio Magno alla Magliana e il Nuovo Comitato di Quartiere, che avevano denunciato la violazione dei diritti umani.
Successivamente, l’Associazione 21 luglio aveva presentato un ricorso d'urgenza contro la Regione Lazio presso il Tribunale di Roma, insieme ad alcune delle famiglie sgomberate alla Magliana, chiedendo la sospensione immediata delle operazioni di allontanamento al fine di tutelare la continuità scolastica dei minori, la salute delle persone fragili e il diritto all'abitare.
In assenza di un riscontro dal ricorso interno, come prevede il diritto internazionale, Associazione 21 luglio, con il sostegno della Rule 39 Pro Bono Initiative (un progetto di Pro Iura), si è rivolta alla CEDU, fiduciosa del fatto che la giurisprudenza della Corte internazionale riconosce costantemente la particolare vulnerabilità delle comunità rom e il corrispondente obbligo di proteggerle dagli sgomberi in assenza di un'adeguata sistemazione abitativa alternativa.
L'offerta di un alloggio alternativo è generalmente considerata di importanza centrale in tali casi. La Corte di Strasburgo, prima di un pronunciamento, ha chiesto chiarimenti al governo italiano, che entro venerdì 22 agosto dovrà fornire le dovute risposte.
Secondo Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio: «Lo sgombero dello scorso 25 luglio nel Parco della Magliana, realizzato all'interno di un intervento legato al Giubileo della Speranza, rappresenta un evento di una gravità inaudita, avendo posto diverse famiglie in ulteriore condizione di vulnerabilità e con le abitazioni abbattute dalle ruspe. Auspichiamo - dichiara Stasolla - che con l'autorevole intervento della Corte Europea, le cui decisioni sono vincolanti davanti a qualsiasi autorità politica e tribunale nazionale, a livello locale si possa lavorare per garantire la sospensione delle azioni di sgombero e l'avvio di un processo volto al reperimento di soluzioni abitative adeguate in favore delle 36 persone, tra cui numerosi minori, che compongono la comunità. Su questo, come fatto in passato, ci poniamo a disposizione della autorità locali per individuare soluzioni adeguate, condivise, sostenibili».
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