Potranno rimanere nelle case in cui vivono da decenni gli inquilini di via Pincherle e via dei Colli Portuensi. La vendita degli appartamenti, decisa a marzo scorso dall’Ater, è stata bloccata da un accordo tra Comune e Regione siglato in pieno agosto. Se questo è «un passo avanti per evitare di finire per strada», la situazione per le oltre 100 famiglie coinvolte rimane precaria.
L’accordo tra la regione Lazio e il comune di Roma ha garantito la continuità abitativa degli inquilini: il Campidoglio, infatti, ha stanziato un contributo di 3,2 milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza, in linea con il Piano strategico per il diritto all’abitare 2023-2026 voluto dall’assessore Tobia Zevi. Un finanziamento che ha indotto l’Ater a fare un passo indietro rispetto all’ipotesi della vendita.
L’intesa è arrivata dopo alcuni mesi in cui il tavolo tecnico dei due enti si è riunito in seguito alla mobilitazione della cittadinanza sostenuta anche dai presidenti dei municipi VIII e XII, Amedeo Ciaccheri ed Elio Tomassetti.
L’emergenza è, quindi, rientrata ma ora rimangono alcuni nodi da sciogliere: la maggior parte delle persone che vive in questi appartamenti, infatti, non ha un regolare contratto d’affitto.
«Potrebbero svegliarsi da un giorno all’altro e decidere nuovamente di mandarci via», spiega un abitante di via Pincherle.
In secondo luogo, sono in corso i pagamenti degli oneri accessori del condominio per i quali in passato non erano state emesse le bollette. La rendicontazione delle spese, secondo gli inquilini, al momento appare «molto confusa».
Dopo una prima riunione che si è tenuta nei giorni scorsi con il sindacato Asia e l'avvocato Perticaro (legale del caso, ndr), ora gli abitanti di via Pincherle e via dei Colli Portuensi organizzeranno, secondo fonti de La Capitale, una nuova giornata di mobilitazione entro fine settembre per avanzare ufficialmente le loro richieste. Sebbene non ci sia ancora l’ufficialità, la principale rivendicazione potrebbe essere quella di stipulare un contratto Erp (edilizia residenziale pubblica, ndr) anche in virtù della loro condizione. Tra gli inquilini ci sono, infatti, persone con un’età media di 70 anni, alcune vivono con la pensione minima, altre sono malate e disabili. «Quello che chiederemo è un contratto con un canone equo rispetto alla nostra situazione per finire con più serenità i nostri giorni qui».
La vertenza ha origini lontane e risale al 2009 quando Ater salvò dalla speculazione gli immobili in cui vivevano circa 130 famiglie. Lo stessa azienda, poi, a marzo 2025, ha deciso di mettere in vendita gli alloggi per ragioni legate al suo risanamento economico- finanziario. Ma la maggior parte degli inquilini non era in condizioni di poter acquistare un immobile e rischiava lo sfratto. Dopo numerose manifestazioni, appelli, petizioni e mozioni in municipio e in Comune, è stato avviato il tavolo tecnico tra Comune e Regione con un primo esito positivo. Ma ora chi abita gli appartamenti Ater di via Pincherle e via dei Colli Portuensi chiede maggiori garanzie.
La Capitale, il nuovo giornale online di Roma
La Capitale, è una testata giornalistica iscritta nel Registro Stampa del Tribunale di Roma il 25 luglio 2024, n. 100/2024
DIRETTORE RESPONSABILE
Enrico Sarzanini
Via Giuseppe Gioacchino Belli, 86
Roma - 00193