
«Non possiamo più accettare che gli sgomberi vengano trattati come una questione di ordine pubblico quando invece si tratta di un’emergenza sociale che coinvolge centinaia di persone». Così Michele del comitato di quartiere Quarticciolo Ribelle ha aperto la giornata di mobilitazione dopo l’ennesimo sfratto avvenuto questa mattina nella borgata di Roma est.
Perché stamattina due nuove famiglie sono state allontanate dalle loro abitazioni, portando a cinque il numero degli sgomberi nel quartiere negli ultimi dieci giorni.
Le operazioni, condotte dalla polizia locale con il supporto dell’ente Ater, si sono svolte, secondo le testimonianze, in assenza dei servizi sociali.
Così il comitato di quartiere ha annunciato l’occupazione permanente della sede del V municipio in via Prenestina, per chiedere un confronto diretto con le istituzioni. «La responsabilità politica, oltre che legata al decreto Caivano e quindi alla criminalizzazione generale di un quartiere come Quarticciolo, è chiara che sia anche del comune e del municipio, che continuano a essere assenti. Per questo gli chiediamo al comune e al municipio di incontrare gli abitanti del Quarticciolo, ma con delle risposte concrete», ha detto Michele, portavoce del comitato.
Nel pomeriggio, alle 13, si è poi tenuta un’assemblea pubblica presso la Casa di Quartiere in via Ugento 30. L’invito era rivolto a tutta la cittadinanza, ai quartieri popolari e a chi si batte per il diritto all’abitare.
Occasione in cui il comitato ha ricordato anche episodi recenti avvenuti in altre città italiane. Le immagini dello sgombero a Bologna, con i muri presi a martellate, e il suicidio di un uomo a Milano con l’ufficiale giudiziario alla porta, sono diventate simboli di una crisi che coinvolge migliaia di famiglie. «Se chi ci governa pensa di fare una guerra contro chi non riesce ad accedere al mercato degli affitti e dei mutui, la nostra risposta sarà la mobilitazione», conclude Michele.
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