
«La Comunità Studentesca del liceo Righi, da due anni, afferma la necessità di utilizzare la scuola come spazio di confronto e formazione sul genocidio del popolo Palestinese». Con queste parole, contenute in un comunicato stampa diffuso questa mattina, gli studenti del liceo scientifico Righi hanno annunciato l’occupazione della sede di via Campania, in risposta all’annullamento della conferenza «Prospettive di pace per Gaza», prevista per il 24 ottobre.
La conferenza, approvata dal Consiglio d’Istituto e organizzata con ospiti esterni, avrebbe dovuto rappresentare un momento di dialogo costruttivo. Gli studenti denunciano che «il Consiglio d'Istituto si è impegnato per garantire l'avvio di dialogo costruttivo sulla questione, riunendosi più volte per proporre e approvare gli ospiti esterni». Ma a seguito di pressioni politiche e mediatiche, tra cui l’intervento del deputato della Lega Rossano Sasso, l’iniziativa è stata annullata.
Sasso aveva definito il convegno «a senso unico, con l'aggravante di avere come platea studenti minorenni e nessuna voce contraria», sostenendo che potesse risultare «diseducativo e manipolatorio». Gli studenti replicano: «È normale chiedere un contraddittorio sulla morte di 70.000 persone? È normale dare un valore diseducativo alla storia?».
Nel manifesto affisso all’ingresso dell’istituto, il collettivo Ludus denuncia il «genocidio palestinese» e accusa il governo Meloni di finanziare con 614 milioni di euro Leonardo Spa, azienda produttrice di armamenti, a scapito della sanità e dell’istruzione pubblica. «Non accetteremo che il governo — corresponsabile dell'uccisione di 70mila palestinesi — rifiuti di parlare di Palestina. Non saremo complici e sottomessi a questo clima di censura», si legge nel comunicato.
Gli studenti criticano anche il decreto 1627, promosso dal senatore Maurizio Gasparri, che secondo loro «tenta di equiparare antisemitismo e antisionismo», e denunciano un clima repressivo che «lascia margine di azione a chi vuole compiere atti violenti e intimidatori impunemente».
Solidarietà da altri istituti e tensioni interne
La mobilitazione ha trovato eco anche nel liceo Montale, dove gli studenti hanno scritto una lettera al dirigente scolastico lamentando un «clima di terrore» e misure disciplinari ritenute oppressive. «La scuola non è repressione», scrivono, chiedendo un ambiente più aperto al dialogo.
La posizione del preside e le conseguenze legali
Il preside Giovanni Cogliandro, in carica da settembre, ha dichiarato: «L'occupazione è un atto illegale, procederò con la denuncia». Ha però riconosciuto che, se non fosse stata impedita l'iniziativa di confronto pacifico, l’occupazione si sarebbe potuta evitare.
Gli studenti, dal canto loro, precisano di non essere contro il preside né contro i docenti, ma contro «il genocidio e la politica che lo supporta», come ribadito anche dallo striscione esposto: «Cogliandro la colpa non è tua, fuori dalle scuole politici e polizia».
Verso il 14 novembre: lo sciopero studentesco
La succursale di via Boncompagni del liceo Righi resta per ora libera, ma il fermento studentesco sembra destinato a crescere. Il collettivo Osa rilancia lo sciopero nazionale del 14 novembre, sotto lo slogan «No Meloni Day», per difendere il diritto alla libertà di espressione e alla solidarietà internazionale.
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