Femminicidio Ilaria Sula, la Sapienza è stata ammessa parte civile al processo contro Mark Samson

L’Università La Sapienza di Roma è stata ammessa quale parte civile nel processo per il femminicidio di Ilaria Sula. La decisione è stata presa dalla Terza Corte di Assise del Tribunale Ordinario di Roma. Per l’ateneo si tratta di un passaggio dal forte valore istituzionale e sociale, che non riguarda solo le aule di giustizia ma tocca da vicino l’intera comunità studentesca e accademica. Un passo che, secondo la rettrice Antonella Polimeni, manda un messaggio chiaro. Le università non possono restare a guardare quando viene colpita una delle loro giovani.

Il commento della rettrice Antonella Polimeni

La rettrice Antonella Polimeni ha definito la scelta della Corte «un segnale di straordinaria rilevanza per il ruolo delle università nella società». Un ruolo che, ha ricordato, non si limita alla formazione accademica, ma comprende l’impegno nel favorire la crescita civile e culturale degli studenti.
Polimeni ha rinnovato «affetto e solidarietà alla famiglia di Ilaria» da parte dell’intera comunità universitaria.

Le università come comunità educanti

Secondo la rettrice, gli atenei sono «comunità educanti», chiamate a formare cittadine e cittadini consapevoli, promuovendo valori come il rispetto reciproco, la dignità della persona, la non violenza e la convivenza civile.
La tragedia che ha colpito la giovane studentessa, sottolinea Polimeni, ribadisce l’importanza di integrare questi principi in tutti gli ambiti della vita universitaria: dalla didattica alla ricerca, fino alle iniziative culturali e al quotidiano della comunità studentesca.

La responsabilità sociale dell’Ateneo

Con questa ammissione, La Sapienza riafferma la propria responsabilità sociale: garantire un ambiente formativo che unisca crescita accademica e sviluppo etico. «È un impegno che ci guida ogni giorno – conclude Polimeni – e che continueremo a sostenere affinché ogni persona possa vivere in un contesto sicuro, rispettoso e aperto, in cui diritti e dignità siano sempre tutelati».