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Referendum, presidio Pd alla Rai: «Accendiamo la democrazia»

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 7 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Mobilitazione a Roma contro il blackout informativo. Landini: «Il voto è strumento di partecipazione». La Cisl: «Non si risolvono così problemi complessi»

bandiere partito democratico

Dà appuntamento oggi 19 maggio alle 11.30 a Roma il Partito Democratico per denunciare il blackout informativo sui referendum del lavoro e sulla cittadinanza previsti l’8 e 9 giugno. A Roma ci sarà anche la segretaria Elly Schlein al presidio organizzato davanti alla sede Rai di via Teulada, aderendo all’iniziativa dal titolo Spegniamo TeleMeloni, accendiamo la democrazia.


La protesta del maggior partito d'opposizione è contro il silenzio che ha finora circondato il dibattito sui referendum. A meno di tre settimane dal voto, l'informazione pubblica continuerebbe infatti a non garantire il diritto dei cittadini a essere adeguatamente informati. Oltre all'appuntamento romano, il Partito Democratico organizzerà contemporaneamente altre proteste nelle principali città italiane.


Landini: «Il referendum non è contro il governo, ma per i diritti»

A rilanciare l’importanza del voto è anche la Cgil, principale promotrice dei quattro quesiti sul lavoro. In un’intervista a La Stampa, il segretario Maurizio Landini ha sottolineato la valenza del referendum come strumento democratico e partecipativo.


«Non è facile – ha detto – ma vedo crescere nel Paese la consapevolezza dell’importanza di andare a votare. I referendum mirano ad aprire una nuova fase che rimetta al centro lavoro, giustizia sociale e rappresentanza. Non sono contro un governo o un partito, ma vogliono dare ai cittadini la possibilità di decidere sulla propria condizione».


Landini ha poi criticato l’appello all’astensione lanciato da esponenti di governo, come il presidente del Senato Ignazio La Russa: «Invitare a non votare è un errore politico e istituzionale. Il presidente Mattarella ha detto chiaramente che la partecipazione politica è la base della democrazia. Bisogna superare l’astensionismo, non alimentarlo».


Cisl più critica: «Strumento sbagliato, ma niente inviti all’astensione»

Diversa la posizione della Cisl, che con la sua segretaria Daniela Fumarola ha definito i referendum «uno strumento sbagliato nel merito e nel metodo», pur ribadendo il rifiuto a promuovere l’astensione.


«Non risolvono i problemi reali del lavoro – ha dichiarato a La Verità – e non reintroducono l’articolo 18, anzi rischiano di riportare le tutele alla Legge Monti-Fornero. Serve puntare su innovazione, competenze e contrattazione di qualità, non su soluzioni parziali».


La leader della Cisl ha poi criticato lo stallo nel rinnovo dei contratti pubblici: «Bloccarli significa negare aumenti salariali e rivalutazioni a centinaia di migliaia di lavoratori, è un errore grave».


Una mobilitazione che parte dalla Capitale

L’iniziativa del Pd romano davanti alla Rai si inserisce in un più ampio movimento che punta a riaccendere l’attenzione su un appuntamento elettorale di primaria importanza. L’accusa è rivolta al servizio pubblico, reo di non aver ancora garantito un’informazione equa, pluralista e sufficiente sui contenuti referendari.


In un momento di crescente sfiducia nella politica e nella partecipazione elettorale, il rischio di un’affluenza al di sotto del quorum richiesto appare concreto. Da qui il pressing non solo delle opposizioni, ma anche di una parte del mondo sindacale, per evitare che la tornata referendaria venga disinnescata.

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