Referendum, ultimi giorni per voto fuori sede a Roma: domande entro il 4 maggio
- Giacomo Zito
- 29 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Guida pratica per gli elettori fuori sede: come presentare la domanda a Roma Capitale e su cosa si vota l'8 e il 9 giugno

Si avvicina la scadenza per gli elettori che intendono votare fuori sede in occasione dei cinque referendum abrogativi fissati per l'8 e il 9 giugno: il termine ultimo per inviare la domanda è domenica 4 maggio 2025.
Gli elettori che, per motivi di studio, lavoro o cure mediche, si trovino temporaneamente (per almeno tre mesi, periodo che include la data delle consultazioni) in un comune di una provincia diversa rispetto a quella del proprio comune di residenza, possono esercitare il diritto di voto anche da Roma.
Come presentare domanda
La domanda per votare fuori sede va presentata alla Direzione dei Servizi Elettorali di Roma Capitale compilando l'apposito modulo disponibile sulle pagine web del dipartimento Decentramento e servizi delegati.
Al modulo devono essere allegati una copia di un documento di riconoscimento in corso di validità, una copia della tessera elettorale personale e una certificazione o autocertificazione che attesti la condizione di elettore fuori sede. Un documento simile è stato pubblicato anche dagli organizzatori della campagna per uno dei cinque quesiti referendari, quello sulla cittadinanza, scaricabile da un archivio online a questo link.
Le modalità per presentare la domanda sono diverse:
tramite i Servizi Online, con accesso SPID;
via email all'indirizzo procedure.elettorali@comune.roma.it ;
via PEC all'indirizzo procedure.elettorali@pec.comune.roma.it ;
direttamente o tramite delega presso l’ufficio Elettorale di via Luigi Petroselli n. 50.
Una volta autorizzati, gli elettori riceveranno entro martedì 3 giugno 2025 un’attestazione contenente le indicazioni precise della sezione elettorale romana presso cui potranno recarsi per votare.
Su cosa si vota: i quesiti referendari
L'8 e il 9 giugno i cittadini saranno chiamati alle urne per esprimersi su cinque referendum abrogativi riguardanti questioni chiave del mondo del lavoro e della cittadinanza. I quesiti vengono formulati in maniera tale che l'elettore possa rispondere solo "Sì" o "No". Se vince il "Sì" con il quorum raggiunto, la norma è abrogata. Se vince il "No" oppure se non si raggiunge il quorum, la legge resta in vigore.
Il referendum è valido solo se si raggiunge il quorum, ovvero se vota almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto. I primi quattro quesiti riguardano in particolare il mondo del lavoro, mentre il quinto è sulla possibilità di accorciare gli anni necessari a richiedere la cittadinanza italiana per naturalizzazione.
Quesiti sul lavoro
I primi quattro quesiti affrontano tematiche relative ai diritti e alla sicurezza dei lavoratori. Questi referendum sono stati promossi dalla Confederazione Generale Italiana del Lavoro (Cgil). Il sindacato ha avviato una campagna referendaria per abrogare specifiche disposizioni legislative, principalmente introdotte con il Jobs Act, ritenute lesive dei diritti dei lavoratori.
Nel dettaglio, gli elettori dovranno esprimersi sulla proposta di abrogare il contratto di lavoro a tutele crescenti e la relativa disciplina dei licenziamenti illegittimi, una misura introdotta per rendere più flessibile il mercato del lavoro ma spesso criticata per aver indebolito la tutela dei lavoratori. «Nelle imprese con più di 15 dipendenti - si legge sul sito del sindacato -, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Sono oltre 3 milioni e 500mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori penalizzati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui la/il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto».
Si voterà inoltre sulla possibile modifica parziale delle norme che regolano i licenziamenti e le indennità specifiche per le piccole imprese. «In caso di licenziamento illegittimo - scrive la Cgil - oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora una/un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Questa è una condizione che tiene le/i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700mila) in uno stato di forte soggezione. Obiettivo è innalzare le tutele di chi lavora», termina la nota della Cgil, cancellando il tetto massimo all'indennità economica per i lavoratori licenziati in aziende con meno di 16 dipendenti.
Sarà inoltre affrontato il tema della durata massima e delle condizioni per proroghe e rinnovi dei contratti di lavoro subordinato a termine. Nel quesito referendario si chiede in particolare di abrogare le disposizioni che consentono proroghe e rinnovi oltre i 12 mesi senza causali specifiche. «Rendiamo il lavoro più stabile» è l'augurio del sindacato.
Infine, il quarto quesito riguarderà l'abrogazione della responsabilità solidale del committente e dell'appaltatore in caso di infortuni dei lavoratori dipendenti delle imprese subappaltatrici. Nel referendum si chiede in particolare l'eliminazione della norma che esclude la responsabilità del committente per infortuni subiti dai lavoratori delle imprese subappaltatrici.
Quesito sulla cittadinanza italiana
Il quinto quesito riguarda invece un tema centrale nel dibattito pubblico contemporaneo: la riduzione da 10 a 5 anni del periodo minimo di residenza legale necessario per la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri extracomunitari maggiorenni.
Il quesito è stato promosso da un ampio fronte di forze politiche e associazioni della società civile. L'iniziativa è stata lanciata dal segretario di +Europa, Riccardo Magi, e coinvolge diverse associazioni come Italiani senza cittadinanza, CoNNGI (Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane), Idem Network, Libera, Gruppo Abele, A Buon Diritto e Società della Ragione.
Il quesito mira a facilitare e accelerare il percorso di integrazione e inclusione sociale, influendo direttamente su migliaia di residenti stranieri che vivono, lavorano e contribuiscono alla vita economica e sociale del Paese.
Le urne saranno aperte domenica 8 giugno dalle ore 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle 15.