- Anita Armenise
Il Pratone di Torre Spaccata fa i conti con il post-incendio e combatte i diritti edificatori
Aggiornamento: 17 set
Il Comitato Pratone Torre Spaccata è una delle realtà più attive nel quartiere che negli anni ha intrapreso una battaglia per difendere la ricchezza archeologica e naturalistica del Pratone
«Il piano regolatore attuale è vecchio vent'anni. Riteniamo inaccettabile che determinate cubature debbano essere utilizzate per edificare solo perché previsto da tale piano regolatore, fortemente anacronistico e incoerente con una politica che si dice orientata ad una maggiore sostenibilità». Queste le istanze rappresentate dal Comitato Pratone di Torre Spaccata che si riunirà oggi, domenica 15 settembre, presso la sede di Intersos. L'obiettivo è di avere un confronto sulla situazione attuale del Pratone e delle iniziative che il comitato può portare avanti.
Cittadini di serie A e di serie B
Di pochi giorni fa la notizia secondo cui tra gli interventi giubilari c'è anche l'acquisto di un'area di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti che investe nel parco, ed è proprio quella del Pratone. L'obiettivo del primo cittadino sarebbe quello di garantire alla proprietà libero accesso per i pellegrini durante l'Anno Santo.
La novità ha sollevato qualche perplessità nei residenti e cittadini che da anni combattono per liberare l'area da recinzioni cancelli e restrizioni e che si incontrano oggi, domenica 15 settembre, per discutere anche di questa importante trasformazione. «È normale che un'area chiusa da anni e inaccessibile alla collettività attraverso reti, recinzioni, cancelli, venga aperta solo in relazione a un evento come il Giubileo?», si chiedono dal Comitato Pratone di Torre Spaccata.
«L'attraversabilità e l'accessibilità di un territorio serve solo a migliorare le condizioni di svolgimento dell’ennesimo evento che al centro di Roma porta miglioramenti infrastrutturali mentre in periferia vale solo il concetto del temporaneo e dell'“usa e getta”, alimentando l’idea che esistano cittadine/i di serie A e serie B?», è la domanda retoricamente posta il un comunicato diffuso sui social.
La richiesta si basa su considerazioni che da anni spingono i residenti a combattere affinchè l’area del Pratone sia riconosciuta come il corridoio naturale che è, in modo da «salvaguardando la vita di quelle specie animali e vegetali che la abitano e la abiteranno anche dopo il Giubileo».
La storia del Pratone di Torre Spaccata
Questa porzione di Roma è difesa con le unghie e con i denti da chi la abita. Il Pratone di Torre Spaccata è un’area verde non urbanizzata di Roma di circa sessanta ettari, di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti.
Ma facciamo un passo indietro. Nel 1965 venne varato dal Campidoglio un piano regolatore che prevedeva di edificare uffici, nell'ambieot del progetto di Sistema Direzionale Orientale (S.D.O.), poi mai realizzato. Ma questo progetto che prevedeva di spostare nella periferia est della città gli uffici amministrativi naufragò. Il primo pericolo di edificazione era scampato.
A cavallo tra gli anni ’90 e i primi anni 2000, però, si fa strada l’idea di una città policentrica in cui ogni municipio avrebbe dovuto avere il suo centro. È da questo momento che si inizia a discutere di Centralità urbana: un concetto chiave per il nuovo Piano regolatore di Roma approvato nel 2008. Nel nuovo disegno urbanistico della città, il Pratone di Torre Spaccata sarebbe stato destinatario di una previsione edificatoria di circa 600mila cubature. Una previsione tutt’oggi invariata.
Pratone di Torre Spaccata, le ville romane e il tardivo vincolo archeologico
Nel frattempo in quella zona, tra il 2000 e il 2005, sarebbe stata rinvenuta la presenza di cinque ville romane, di un sito preistorico e di uno medioevale. Solo nel 2022 la Soprintendenza ha apposto un vincolo di tutela archeologica (di cui si è avuto notizia a luglio del 2023) su una delle ville di epoca romana che sorge esattamente al centro del Pratone, poco dopo esteso anche agli altri reperti. L’apposizione di un vincolo archeologico su una villa romana complicava il progetto di edificazione sull’area e incontrava la benevolenza di 11mila cittadini volevano, e vogliono ancora, sottrarre il terreno alla cementificazione. Un bel risultato per la tutela dei resti archeologici e del significato storico dell’area, che però è ancora a rischio a causa del carico urbanistico previsto dal piano regolatore del 2008.
I comitati: «Chiediamo una variante del piano regolatore»
Il Comitato Pratone Torre Spaccata è una delle realtà più attive nel quartiere che negli anni ha intrapreso una battaglia per difendere la ricchezza archeologica e naturalistica del Pratone.
La loro richiesta è di modificare la destinazione del Pratone rendendolo un parco archeologico naturalistico. «Chiediamo una variante del piano regolatore e vorremmo coinvolgere le persone e capire che non è una dinamica combattuta tra i comitati e il Comune ma sarebbe giusto che tutti ne fossero parte», precisano dal Comitato in nome di migliaia di cittadini che vorrebbero riconosciuti tutti i vincoli per poter scongiurare l'edificabilità dell'area. Infatti i comitati non si arrestano e da tempo chiedono all’amministrazione capitolina di modificare il piano regolatore con lo scopo di rendere il Pratone non più edificabile.
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