Era tutto pronto per il 1° novembre 2025, data fissata per l’entrata in vigore dei nuovi divieti di circolazione nella Ztl fascia verde di Roma. Le vetture più inquinanti, dai diesel Euro 5 alle benzina Euro 2, avrebbero dovuto fermarsi davanti ai varchi elettronici. Ma a meno di tre settimane dal via, il Campidoglio sceglie la marcia indietro.
Perchè in collaborazione con la Regione Lazio e l’Arpa, l’amministrazione capitolina sta lavorando a un pacchetto di misure alternative per «cristallizzare», di fatto, la situazione attuale, rinviando l’entrata in vigore dei nuovi divieti. Ma la misura più incisiva riguarda i termosifoni: si punta a limitare tempi e periodi di accensione delle caldaie, indicate come tra le principali fonti di inquinamento.
Per compensare, l'amministrazione sta valutando di far slittare l’accensione dei termosifoni domestici al 1° dicembre e lo spegnimento verrebbe anticipato al 1° aprile, con massimo 10 ore giornaliere per i privati e 9 per gli edifici pubblici. Ci sono poi un'altra serie di misure pensate come interventi strutturali di riqualificazione energetica degli edifici, uso di vernici fotocatalitiche, lavaggio intensivo delle strade e nuove azioni di forestazione urbana per ridurre smog e polveri sottili.
La decisione comporta di fatto una proroga implicita dei limiti già esistenti, ovvero quelli che riguardano i diesel Euro 3 e le benzina Euro 2, in vigore da anni ma mai pienamente applicati.
La frenata del Comune arriva dopo mesi di annunci che andavano in direzione opposta. Misure più severe, stop ai veicoli più vecchi e incentivi per la mobilità sostenibile. Ora, invece, si punta a una soluzione più «flessibile».
Il Campidoglio sta valutando interventi compensativi per bilanciare il mancato stop. Tra le ipotesi, la riduzione degli orari di accensione delle caldaie, nuovi incentivi per la mobilità elettrica e un sistema alternativo al «Move-in», il carnet a pagamento che consente un certo numero di accessi in Ztl. La Regione lo ha bollato come «una misura sbagliata: si paga per inquinare».
L’idea più concreta allo studio è quella di introdurre tetti di percorrenza gratuiti, controllati via GPS, per modulare il traffico in base ai chilometri percorsi. Un meccanismo che consentirebbe di limitare l’impatto ambientale senza penalizzare eccessivamente i cittadini.
Il Campidoglio parla di una decisione di prudenza amministrativa, necessaria per «evitare impatti sociali ed economici insostenibili» a fronte di un sistema di trasporto pubblico ancora inadeguato.
Ma i numeri dell’inquinamento raccontano un’altra storia. E mentre Roma cerca un difficile equilibrio tra sostenibilità e realismo, il rischio è che – ancora una volta – siano i rinvii a dettare l’agenda della transizione ecologica.
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