Continua l’ondata di occupazioni studentesche nei licei romani. Dopo le proteste delle scorse settimane, questa mattina gli studenti del liceo classico Plauto, nel quartiere Spinaceto, hanno preso possesso dell’edificio scolastico, seguiti poco dopo dai colleghi del liceo Augusto in zona Appio Tuscolano.
L’iniziativa, spiegano i promotori, «è in continuità con la grande mobilitazione popolare in sostegno della resistenza palestinese». In un comunicato diffuso dall’organizzazione studentesca OSA, gli studenti del Plauto dichiarano: «Questa mattina ci siamo ripresi la nostra scuola. Il governo complice non ci rappresenta: rompere gli accordi con Israele, Meloni dimissioni».
Tra le motivazioni dell’occupazione, anche la protesta contro quella che i giovani definiscono «l’infame indicazione dell’Ufficio scolastico regionale che vieta di parlare di Palestina a scuola», oltre alle condizioni dell’edilizia scolastica, ritenute «insopportabili di fronte all’aumento dei finanziamenti per scopi bellici».
Nel mirino degli studenti anche il disegno di legge 1627, attualmente all’esame del Senato, che – sostengono – «istituisce corsi contro l’antisionismo equiparandolo all’antisemitismo e vieta di parlare di Palestina e criticare Israele». «Soldi alla scuola e non alla guerra», si legge in un altro passaggio del comunicato.
All’occupazione del Plauto si è aggiunta, nel corso della mattinata, quella del liceo Augusto, dove gli studenti hanno inviato una lunga lettera di motivazioni al Ministero dell’Istruzione, all’Ufficio scolastico regionale, alla Prefettura, alla dirigente scolastica e ai docenti. «Abbiamo deciso di occupare gli spazi della nostra scuola – scrivono – per esprimere indignazione, solidarietà e responsabilità civile rispetto a una crisi umanitaria che riteniamo inaccettabile».
Gli studenti dell’Augusto denunciano inoltre episodi di censura: nei giorni scorsi sarebbero state rimosse alcune foto e materiali informativi sulla questione palestinese affissi nei corridoi dell’istituto.
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