Roma, 30 settembre 2025
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Scuola, occupa anche il Socrate: si allunga la lista delle mobilitazioni. Nella Capitale 3 in una settimana

Il documento diffuso dai ragazzi richiama anche le iniziative internazionali come la Global Sumud Flotilla e la Freedom Flotilla

di Anita ArmeniseULTIMO AGGIORNAMENTO 9 ore fa - TEMPO DI LETTURA 3'

«Palestina libera, fino alla vittoria». È il grido che chiude il comunicato degli studenti e lo stesso che riecheggia nei corridoi della scuola occupata.

Poco dopo le 9.30 la scritta rossa su fondo bianco è tornata a campeggiare sulla facciata principale del liceo Socrate alla Garbatella: «Socrate occupato». Un gesto che da anni accompagna l’autunno romano delle mobilitazioni studentesche, ma che questa volta porta con sé un significato nuovo e più ampio.

Scuole in protesta, tra le rivendicazioni la solidarietà alla causa palestinese

Oltre alle consuete rivendicazioni su scuola e diritto allo studio, la protesta si intreccia con la solidarietà internazionale. Il sostegno alla Palestina diventa la ragione centrale.

Tra cori, fumogeni e striscioni, la voce degli studenti e delle studentesse dei collettivi Dante Di Nanni e Rosa Luxemburg si unisce a quella di altre realtà cittadine. La scia delle occupazioni è già in movimento: il Rossellini ha chiuso la propria mobilitazione sabato scorso, il Cavour è entrato in agitazione il 29 settembre, e oggi tocca al Socrate.

Dall’autorganizzazione alla protesta

La decisione non è nata all’improvviso. Da settimane i ragazzi discutono e si incontrano, tra assemblee e riunioni ad Acrobax e in altri spazi sociali della città. Ieri, durante la ricreazione, un sit-in aveva anticipato il passo successivo: uno striscione recitava «Riprendiamoci tutto».

Questa mattina, invece, il comunicato ufficiale ha chiarito le motivazioni. «Il nostro è un atto consapevole, scaturito dall’analisi della fase sociale e politica che stiamo vivendo. Non è un gesto contro la presidenza o i docenti, ma una scelta necessaria. Vogliamo esprimere il nostro sostegno al popolo palestinese, vittima di apartheid e di un genocidio che dura da oltre settant’anni».

Gli studenti accusano Israele di bombardare civili e infrastrutture essenziali a Gaza, trasformata – scrivono – in una «prigione a cielo aperto». Denunciano la complicità dei governi occidentali, Italia compresa, rei di anteporre interessi economici e militari al diritto di autodeterminazione del popolo palestinese.

Il richiamo alla mobilitazione nazionale

Il documento diffuso dai ragazzi richiama anche le iniziative internazionali come la Global Sumud Flotilla e la Freedom Flotilla, impegnate nel tentativo di rompere il blocco navale imposto da Israele e di portare aiuti umanitari a Gaza. Da qui, l’appello a una mobilitazione larga e unitaria: «Blocchiamo tutto: studenti, lavoratori, disoccupati, spazi sociali. Abbiamo la forza di fermare dal basso gli ingranaggi di questo paese.»

Gli occhi ora sono puntati sul 4 ottobre, data della manifestazione nazionale che, secondo gli occupanti, dovrà rappresentare un «momento di forza collettiva e di unione delle lotte».

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