Roma si prepara a diventare per una settimana la capitale europea dell'intelligenza artificiale. I numeri fanno impressione: 400 eventi, 500 speaker, 30mila partecipanti attesi per la Rome Future Week 2025.
Una scommessa ambiziosa che trasformerà la città in un laboratorio diffuso di innovazione tecnologica, ma che solleva una domanda inevitabile: cosa resterà ai cittadini romani quando i riflettori si spegneranno?
L'operazione più interessante la mette in campo TIM, che ha deciso di portare l'intelligenza artificiale direttamente nei suoi negozi. Workshop di quindici minuti e Perplexity Pro regalato per un anno ai clienti - un valore di circa 240 euro. «L'Intelligenza Artificiale appartiene a tutti», spiega Maria Enrica Danese di TIM, un messaggio che punta a rendere accessibile una tecnologia ancora percepita come complessa.
L'iniziativa rappresenta un tentativo concreto di democratizzazione dell'AI, portando la formazione direttamente sul territorio attraverso la rete capillare dei punti vendita. La partnership con Perplexity offre ai clienti uno strumento professionale già collaudato, mentre i workshop puntano a superare le barriere iniziali che spesso frenano l'adozione di nuove tecnologie.
Se c'è un posto dove l'hype lascia spazio alla sostanza, quello è il Sony Computer Science Laboratories di Roma. Qui non si fa marketing travestito da innovazione: il progetto "Duetto" con Aterballetto, che insegna all'AI il linguaggio del movimento, è ricerca di frontiera vera.
Così come il "Dreaming Learning", che studia come l'intelligenza artificiale possa apprendere "sognando". Il lavoro sulle "città dei 15 minuti", pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Cities, dimostra che dalla Capitale può uscire ricerca che conta davvero, con potenziali impatti concreti sulla mobilità urbana.
Come spiega Alessandro Londei, l'obiettivo non è sostituire la creatività umana ma ampliarla - un approccio che sembra più solido delle solite promesse miracolose.
Tra le tante proposte spicca RedLab con "Come Razzo Lavori?", una piattaforma per l'autoanalisi aziendale tramite AI. Il nome è accattivante, ma l'idea non è esattamente innovativa: il mercato è già saturo di soluzioni simili, dalla business intelligence ai tool di process mining. È il rischio tipico di molte startup AI: vendere come "innovazione dirompente" quello che è sostanzialmente un restyling di tecnologie già esistenti.
Guardando più da vicino, la Rome Future Week rivela un volto a due facce. Da una parte progetti di eccellenza come quelli di Sony CSL, dall'altra workshop introduttivi che difficilmente andranno oltre la semplice divulgazione.
I 500 speaker distribuiti su 400 eventi fanno una media di poco più di un relatore per appuntamento: segno di un'offerta molto eterogenea, tra grandi panel e piccole demo.
Sul fronte geografico emerge un limite significativo: la maggior parte degli eventi si concentra nel centro storico e nei quartieri "smart" come Parioli, Flaminio e il business district Tiburtina.
Le periferie, dove vive la maggior parte dei romani, restano scoperte. Un'occasione mancata per portare davvero l'innovazione dove servirebbe di più.
L'obiettivo è ambizioso: fare di Roma il punto di riferimento per l'intelligenza artificiale nel Mediterraneo. Ma la concorrenza italiana è agguerrita. Milano ha dalla sua l'università Bocconi, il Politecnico e decine di aziende tecnologiche di successo.
Torino può contare sull'industria automobilistica - che sull'AI sta investendo miliardi - e la storica tradizione tecnologica che risale ai tempi di Olivetti. Roma risponde con il ROAD (Rome Advanced District), un'area vicino al Gazometro dove si stanno concentrando aziende come Eni e Ferrovie dello Stato.
Un inizio interessante, ma per competere davvero con Londra, Parigi o Berlino servono più talenti, più soldi e infrastrutture digitali migliori. Su questo, la Capitale deve ancora fare i conti con ritardi storici.
La Rome Future Week ha già vinto il bronzo agli IFEA Awards 2024 come miglior nuovo festival. Un riconoscimento che premia l'organizzazione, non necessariamente l'impatto sull'innovazione.
Il vero test arriverà nei prossimi mesi: quante delle startup presenti riusciranno a crescere? Quanti progetti troveranno applicazioni concrete? Quante aziende romane adotteranno davvero soluzioni AI dopo gli eventi?
Perché l'intelligenza artificiale non si costruisce con workshop da quindici minuti, ma con anni di ricerca, sviluppo e applicazioni concrete. La Rome Future Week rappresenta uno sforzo importante e alcuni progetti mostrano eccellenza genuina.
Il rischio, però, è confondere l'hype con l'innovazione, gli annunci con i risultati. Dal 15 al 21 settembre scopriremo se sarà l'inizio di qualcosa di grande o l'ennesima settimana dell'innovazione dimenticata il lunedì successivo.
Roma ha le carte per diventare un hub AI di rilievo, ma servono investimenti strutturali, non solo eventi. La partita è aperta.
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Gli eventi da non perdere: romefutureweek.it (attenzione: location e orari cambiano spesso all'ultimo momento).
Questo è il primo appuntamento del nostro inserto settimanale sull'intelligenza artificiale. Ogni settimana analizzeremo sviluppi, strumenti e promesse dell'AI con occhio critico. Senza hype, solo fatti verificabili.
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