Roma, 13 novembre 2025
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Ristorazione in Italia, in 50 anni +110% di imprese: nel 2025 consumi fuori casa a 96 miliardi di euro

A Roma l’Assemblea FIPE-Confcommercio per gli 80 anni della Federazione: «Un presidio di comunità e di fiducia per il Paese»

di Redazione La CapitaleULTIMO AGGIORNAMENTO 2 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Oltre cinquant’anni di crescita e trasformazione per la ristorazione italiana, oggi protagonista dell’economia e della vita sociale del Paese. Dall’Assemblea pubblica di FIPE-Confcommercio, ospitata mercoledì 12 novembre a Roma per celebrare gli 80 anni della Federazione Italiana Pubblici Esercizi, emerge una fotografia chiara: dal 1970 le imprese del comparto sono passate da 154 mila a oltre 323 mila, con i consumi fuori casa che hanno raggiunto quota 96 miliardi di euro nel 2025.

L’Assemblea 2025, dal titolo «Impresa, bene comune», si è aperta con l’intervento del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, seguito dalla relazione del presidente FIPE Lino Enrico Stoppani e dalla lectio magistralis di Giuliano Amato, presidente emerito della Corte Costituzionale.

Ristorazione come infrastruttura sociale

Negli anni Settanta i consumi fuori casa valevano 20,9 miliardi di eurolire; nel 2000 erano già saliti a 51,4 miliardi di euro (+146% in termini reali), e tra il 2000 e il 2024 la crescita, pur rallentando, ha continuato a segnare un +5,5%. Il comparto si conferma così un mercato di massa, con un ruolo che va oltre i risultati economici: bar e ristoranti restano presidi di socialità e identità locale, fondamentali per la coesione delle comunità.

Oggi l’ossatura storica delle piccole imprese familiari si intreccia con nuove forme di imprenditoria e modelli di servizio innovativi, capaci di coniugare tradizione e modernità, qualità e inclusione.

Stoppani: «Un pubblico esercizio è un bene comune»

Nel suo intervento, Lino Enrico Stoppani, presidente di FIPE-Confcommercio, ha ricordato come la Federazione abbia accompagnato l’Italia «nelle sue stagioni più difficili e nelle sue conquiste più importanti».

«Un pubblico esercizio – ha affermato – non è solo un’impresa, ma un presidio di comunità: un luogo dove si incontrano le persone, si condividono storie, si generano relazioni e opportunità. È, a pieno titolo, un bene comune».

Stoppani ha sottolineato come il valore dei pubblici esercizi non si misuri solo nei numeri, ma anche nella loro funzione sociale: «Bar e ristoranti tengono vive le nostre città, costruiscono inclusione, trasmettono cultura e identità».

Un settore che cresce e resiste

Dalla ricostruzione del dopoguerra al boom economico, fino alle sfide globali e alle crisi recenti, FIPE ha rappresentato un punto di riferimento per oltre trecentomila imprese che ogni giorno, tra innovazione e resilienza, danno lavoro, fiducia e identità a milioni di italiani.

Oggi la ristorazione italiana guarda avanti con la consapevolezza di un settore che crea valore economico e sociale, sostenendo la crescita del Paese e contribuendo a costruire un futuro fondato su qualità, responsabilità e coesione.

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