
Nel Lazio la Tassa Rifiuti sale a 383 euro per famiglia e la raccolta differenziata si ferma al 55,4 per cento, mentre a Roma i costi continuano a pesare e la qualità del servizio resta sotto la media nazionale. È in questo contesto che il Rapporto 2025 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva fotografa un’Italia alle prese con rincari diffusi e progressi ancora troppo disomogenei nella gestione dei rifiuti urbani.
A livello nazionale la spesa media per la Tari arriva a 340 euro l’anno, con un aumento del 3,3 per cento rispetto al 2024.

(Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2025)
L’incremento riguarda 95 capoluoghi su 110, mentre solo Molise, Valle d’Aosta e Sardegna mostrano stabilità o cali. Parallelamente cresce la raccolta differenziata, che nel 2023 raggiunge il 66,6 per cento, superando il dato del 2022. Il Nord si conferma trainante con il 73 per cento di differenziata, mentre Centro e Sud restano molto distanti con rispettivamente 62 e 59 per cento.
Lo scarto tra Nord, Centro e Sud si riflette sia sulle tariffe sia sull’efficacia della raccolta. Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto restano le regioni più economiche ed efficienti, mentre Puglia, Campania e Sicilia registrano i costi maggiori. La distanza diventa ancora più evidente guardando ai capoluoghi: Cremona è la più economica con 196 euro, Catania la più cara con 602 euro.
Secondo Cittadinanzattiva, solo il 57 per cento degli italiani ritiene adeguato il servizio rispetto alla cifra pagata. L’associazione chiede più trasparenza, l’introduzione strutturale della tariffazione puntuale e una riduzione del divario territoriale. La fiducia, spiegano, cresce quando i cittadini comprendono come vengono spesi i soldi e quali risultati ambientali vengono raggiunti.
La frazione organica rappresenta circa il 36 per cento dei rifiuti prodotti da ogni cittadino, pari a circa 180 chilogrammi all’anno. Gli oltre 400 impianti presenti sul territorio sono concentrati soprattutto al Nord, dove il tasso di impurità dell’umido può scendere sotto il 3 per cento. Nel Sud, dove gli impianti scarseggiano, le impurità arrivano fino al 15 per cento, facendo salire anche i costi di trattamento e smaltimento.
Il riciclo reale dei rifiuti urbani nel 2023 si ferma al 50,8 per cento, ancora al di sotto dell’obiettivo europeo del 55 per cento fissato per il 2025. Per centrare i target serviranno investimenti nella qualità della raccolta, una rete impiantistica più equilibrata e una maggiore uniformità nei sistemi di gestione.
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