Roma, 7 ottobre 2025
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Reati sui minori in aumento nel Lazio: +14 per cento in un anno. L'allarme: «Cresce la fragilità del tessuto sociale»

Nel 2024 nella regione sono stati denunciati 680 reati a danno di minori

di Redazione La CapitaleULTIMO AGGIORNAMENTO 2 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Cresce la violenza contro i minori nel Lazio e in tutta Italia. Nel 2024 nella regione sono stati denunciati 680 reati a danno di minori, con un incremento del 14 per cento rispetto all’anno precedente. Un aumento superiore alla media nazionale, che si ferma al +4 per cento, ma che segna comunque un record: in Italia, per la prima volta, è stata superata la soglia dei 7mila reati, arrivando a 7.204 casi.

I dati – elaborati dal Servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale e diffusi dalla fondazione Terre des Hommes – sono stati presentati martedì 6 ottobre nella sala polifunzionale della presidenza del Consiglio dei ministri, durante la presentazione del dossier Indifesa 2025 – La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo, alla presenza del ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi e del direttore del Servizio analisi criminale Antonio Basilicata.

Boom di maltrattamenti in famiglia

Nel Lazio, la forma di violenza più diffusa resta quella domestica: 286 casi di maltrattamenti in famiglia, in crescita del 38 per cento in un solo anno. Le vittime sono in maggioranza femminili (53 per cento), come nel resto del Paese, e la disparità di genere si accentua nei reati a sfondo sessuale. Tra le bambine e le ragazze, la quota di vittime raggiunge il 90 per cento nei casi di violenza sessuale, l’89 per cento per le violenze aggravate, il 75 per cento nella detenzione di materiale pornografico e il 67 per cento nella pornografia minorile.

La rete, nuovo terreno di rischio

Il dossier sottolinea anche la crescita dei reati legati al digitale, con aumenti record a livello nazionale: +63 per cento per la pornografia minorile e +36 per cento per la detenzione di materiale pedopornografico. Internet si conferma quindi un ambiente sempre più pericoloso per bambini e adolescenti.

«Il fenomeno dei reati in danno dei minori, in ogni loro forma, è molto complesso. Occorre porre la massima attenzione – ha dichiarato il generale Basilicata – non solo nella prevenzione e nel contrasto, ma anche ai più piccoli segnali indicatori di violenza. Di strategica rilevanza risultano essere anche l’accoglienza e il supporto alle vittime, nonché la realizzazione di campagne informative volte ad accrescere la consapevolezza di tutti e a rimuovere gli ostacoli socio-culturali in cui la violenza trova terreno fertile».

Violenza di genere e allarme sociale

A livello nazionale, le bambine e le ragazze rappresentano il 63 per cento delle vittime totali, una quota in aumento rispetto al 61 per cento del 2023. Le violenze sessuali rimangono il reato più diffuso tra quelli a sfondo sessuale, con 912 casi – lo stesso numero del 2023 – mentre gli atti sessuali con minorenni aumentano del 15 per cento e le violenze aggravate dell’1 per cento.

Sul lungo periodo, il quadro è ancora più preoccupante: rispetto a dieci anni fa, le violenze aggravate sono cresciute del 75 per cento e i maltrattamenti in famiglia sono raddoppiati (+101 per cento). Da segnalare anche il forte aumento degli omicidi di minori, saliti nel 2024 a 21 casi, con un incremento del 75 per cento rispetto all’anno precedente. In tre casi su quattro (76 per cento), le vittime sono maschi.

«I dati sui reati a danno di minorenni di quest’anno sembrano, purtroppo, mostrare una maggiore fragilità del tessuto sociale – ha commentato Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes – un allentamento dei vincoli morali fino alla rottura di alcuni taboo sociali e un crescente ritorno di fiamma di quella cultura patriarcale che, lungi dall’essere mai definitivamente sconfitta, sembra riappropriarsi di spazi di “legittimità sociale”. Non possiamo più rimanere a guardare: servono azioni rapide e integrate, capaci di agire sia sugli aspetti culturali che su quelli normativi di contrasto alla violenza e alla violenza di genere».

Lo sport come strumento di tutela

Nel corso dell’evento, Terre des Hommes ha anche rilanciato il valore dello sport come spazio di crescita e inclusione, presentando il progetto Sport4Rights, co-progettato con fondazione Eos – Edison orizzonte sociale e Specchio magico. L’iniziativa promuove la sicurezza dei minori nei contesti sportivi, con un programma formativo nazionale basato su intelligenza artificiale e piattaforme di e-learning.

«Lo sport – ha spiegato Francesca Magliulo, direttrice della fondazione Eos – è un diritto e un linguaggio universale che accompagna milioni di ragazzi e ragazze. Eppure oggi il 30 per cento dei giovani abbandona precocemente l’attività sportiva anche a causa di contesti discriminatori. Con Sport4Rights vogliamo rendere lo sport uno spazio sano, sicuro e aperto a tutti, in cui ciascuno possa sentirsi libero di esprimere sé stesso».

Indifesa: 14 anni di impegno per bambine e ragazze

La campagna Indifesa, nata nel 2012, è da 14 anni il principale strumento di sensibilizzazione di Terre des Hommes sui diritti delle bambine e delle ragazze. Solo nel 2024 la fondazione ha raggiunto 484.300 beneficiarie dirette in progetti di educazione, prevenzione dei matrimoni precoci, contrasto allo sfruttamento lavorativo e protezione delle vittime di abusi.

Quest’anno tra i sostenitori della campagna spicca anche Acea, che ha scelto di affiancare Terre des Hommes nella lotta alla violenza di genere. «Sostenere Indifesa – ha dichiarato Barbara Marinali, presidente di Acea – significa promuovere nuovi linguaggi e modelli positivi per le giovani generazioni. Le cronache quotidiane ci mostrano quanto stereotipi e violenza di genere siano ancora radicati tra i giovani: vogliamo contribuire alla costruzione di un domani più equo e inclusivo, dove nessuna bambina o ragazza si senta più sola».

In sintesi, i numeri raccontano un Paese in cui la violenza contro i minori non solo non arretra, ma cambia volto, spostandosi sempre più spesso online o all’interno delle mura domestiche. Un allarme che Terre des Hommes e le istituzioni rilanciano con forza alla vigilia della Giornata internazionale delle bambine (11 ottobre), chiedendo più prevenzione, educazione e responsabilità collettiva.

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