Il 21 ottobre l’Esercito Italiano allestirà un villaggio sportivo alla parrocchia Ascensione NSGC, al Quarticciolo. Un evento a cui parteciperanno la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti, il capo di stato maggiore dell’Esercito Pietro Serino e del sindaco Roberto Gualtieri. L’iniziativa, parte dell’estensione del cosiddetto «modello Caivano» previsto dal decreto emergenze, coinvolgerà le scuole Ic Ghini e IC Sesami.
L'idea delle istituzioni è di puntare alla «riqualificazione» e alla promozione dello sport. Ma per chi vive e lavora ogni giorno nel territorio, il messaggio non è così neutro.
Le associazioni e i collettivi del territorio hanno infatti lanciato un appello pubblico contro quella che definiscono una «militarizzazione del quartiere e delle scuole». In una lettera firmata da decine di realtà sociali, educatori e attivisti denunciano l’assenza di consultazione con le famiglie e gli organi scolastici, e criticano il carattere propagandistico dell’iniziativa.
«Si educa senza le armi, si fa sport in periferia senza fare spot, non c’è riqualificazione dove si sfratta», scrivono dal Quarticciolo Ribelle.
La lettera ricorda anche che l’evento arriva a pochi giorni da due sfratti avvenuti nel quartiere, che ha visto piovere tra le vie del Quarticciolo decine di uomini in divisa. Al centro della misura c'era una donna con figli minori e di una persona disabile, entrambe lasciate senza soluzioni abitative. «Troviamo particolarmente grave la presenza dell’Esercito a pochi metri da dove si è consumata questa violenza istituzionale», scrivono i firmatari.
«Fare sport in periferia per noi non è uno spot, ma un impegno quotidiano che portiamo avanti da dieci anni», si legge nella lettera. Il quartiere attende ancora la riapertura della piscina di via Trani e del polo sportivo di Prenestina, promesse rimaste disattese.
La richiesta della missiva è quella di un confronto con le istituzioni locali e per questo invitano educatori, docenti, attivisti e cittadini a firmare la lettera di denuncia. «Se si vuole veramente risanare la borgata è necessario partire dall’ascolto di chi in borgata ci vive», affermano.
Tra le oltre 30 realtà che hanno già aderito ci sono ÀP Antimafia Pop Academy, Asinitas APS, ARCI Roma, ANPI Centocelle, Legambiente «Si può fare», Nonna Roma, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Rete studenti Roma Est, e molti altri.
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