«Per la Palestina, contro l’orrore e contro le bugie di un governo che continua a vendere armi a Israele e che si ostina a mantenere aperte le relazioni diplomatiche con uno Stato terrorista che la comunità internazionale vuole isolare e che trova ancora la complicità e il sostegno di governi come quello Meloni». Risuonano così i megafoni del sindacato di base Usb che ha indetto la manifestazione di oggi a Roma, in presidio a piazza dei Cinquecento, di fronte alla stazione Termini.
Ed è iniziata dalle 9, con cortei partiti da 7 presidi sparsi per la città, la giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra a Gaza e in solidarietà con il popolo palestinese. Lo sciopero generale di 24 ore è stato indetto dall’Unione Sindacale di Base insieme ad altri sindacati, come Cub, Adl e Sgb, con lo slogan: «Difendere la Flotilla, fermare il genocidio a Gaza e dire stop all’economia di guerra». A non aderirvi la Cgil.
«Inaccettabile, è una vergogna! Noi non siamo come voi! Noi non siamo come quelli che hanno visto, che sanno e che pure continuano a non fare niente!», viene urlato da uno dei tanti camion che sfilano in piazza.
La piazza è colorata da striscioni e cori per una Palestina libera, accompagnati da slogan contro Israele e il governo italiano. Numerosi anche i riferimenti alle recenti dichiarazioni di Eyal Mizrahi, presidente della federazione Amici d’Israele durante un dibattito sulle vittime della guerra.
La protesta coinvolge tutti i settori pubblici e privati, ma l’impatto più forte si registra nei trasporti e nella scuola. Gli organizzatori parlano di circa 100mila presenze, mentre la Questura stima al momento almeno 20mila manifestanti, con un corteo in partenza alle 13:30. Presenti numerose associazioni studentesche, docenti e volontari di Emergency e Amnesty. La richiesta è quella di un cambio di rotta immediato alle istituzioni italiane ed europee.
Il corteo è arrivato a porta Maggiore ha occupato la Tangenziale Est. I manifestanti hanno invaso la carreggiata. Nessun incidente registrato fino ad ora.
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