
Il nuovo rapporto Istat sulla natalità e sulla fecondità della popolazione residente fotografa un paese che continua a fare i conti con un declino demografico strutturale. E nel quadro nazionale, il Lazio e in particolare Roma, si confermano tra i posti in cui la crisi delle nascite è più marcata.
Il 2024 si chiude con meno di 370mila nati in Italia. Il numero più basso di sempre. Il Lazio segue la tendenza nazionale segnando un nuovo arretramento nella natalità.
Secondo l’Istat, nella regione si registra nel 2024 un tasso di fecondità pari a 1,10 figli per donna, uno dei valori più bassi d’Italia. Solo poche regioni, come la Sardegna, mostrano livelli inferiori.
Roma, che concentra la maggior parte della popolazione regionale, rispecchia pienamente il fenomeno. Si diventa genitori sempre più tardi, si fanno meno figli e cresce il peso dei fattori che scoraggiano la formazione di nuove famiglie, dalla precarietà abitativa ai costi della vita, particolarmente elevati nella Capitale.
Il dato più allarmante riguarda però i primi mesi del 2025.
Il Lazio registra infatti una delle peggiori performance nazionali: –9,4% di nati rispetto allo stesso periodo del 2024. Solo poche regioni evidenziano cali più intensi.
Questo significa che il già fragile equilibrio demografico regionale si sta deteriorando più rapidamente della media italiana, con effetti che potrebbero ripercuotersi sul sistema socioeconomico, sul mercato del lavoro e sulla sostenibilità dei servizi.
Tra i segnali più evidenti del cambiamento sociale c’è l’aumento costante dell’età delle madri.
Nel Lazio, le donne diventano madri in media a 33,2 anni, tra le età più alte in Italia. Il dato conferma una tendenza ormai consolidata ovvvero che la genitorialità viene rinviata, spesso a causa di lavoro instabile, redditi insufficienti e difficoltà nell’accesso alla casa. Tutti elementi particolarmente rilevanti in una grande area metropolitana come quella romana.
Aumenta anche la percentuale delle nascite fuori dal matrimonio. Oltre la metà dei nuovi nati (50,6%) ha genitori non coniugati, un dato che riflette modelli familiari sempre più flessibili.
Roma resta una città che attira giovani, studenti, lavoratori italiani e stranieri, e questo contribuisce in parte a contenere il declino demografico.
Le nascite da almeno un genitore straniero incidono significativamente anche nel Lazio, portando un contributo essenziale alla popolazione giovanile.
Ma il loro apporto non basta a invertire la tendenza. L’intera area metropolitana vive una transizione demografica avanzata, con ricadute sul tessuto sociale. Scuole con meno iscritti, quartieri che invecchiano, una pressione crescente sul sistema sanitario e previdenziale.
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