
«Il Riff come un piccolo Sundance? Ma ormai il Sundance è snaturato, ha grandi produzioni, non è più veramente cinema indipendente».
Il faro per il cinema indie era sempre stato quello: un festival che negli anni ’80 e ’90 lanciava veri prodotti unici, ma oggi inserito in un sistema industriale molto più strutturato in cui arrivano opere prodotte o co-prodotte da grandi realtà “travestite” da indipendenti.
Fabrizio Ferrari, fondatore del festival romano, sorride mentre mette subito le cose in chiaro. Poche settimane dopo la Festa del cinema di Roma, dal 21 al 28 novembre si terrà nella Capitale il Rome Independent Film Festival (Riff).
Alla vigilia il direttore e fondatore, rivendica una linea che resta fedele allo spirito originario: cinema indipendente vero, incontri diretti e opere in prima visione, lontane dai circuiti troppo ingolfati dell’industria.
«C’è possibilità per il nostro pubblico di incontrare i registi e fare domande e risposte», spiega Ferrari. È questo uno dei tratti distintivi del Riff: autori presenti in sala, masterclass e panel gratuiti affiancati alle proiezioni con biglietto, come in una normale sala cinematografica.
Il festival mantiene la sua impronta, puntando su opere prime o ancora mai viste in Italia, con qualche eccezione.
La serata inaugurale vedrà il ritorno di un autore cresciuto dentro il Riff, dove ha presentato gli scorsi anni i suoi corti e che per la prima volta presenterà un lungometraggio: «Roberto Mariotti con "L'acqua non è mai ferma", un neo-noir, che sarà il film d'apertura domani sera 21 novembre con Stefano Fresi al Cinema Aquila». Qui al Riff si cresce insieme.
Il Riff 2025 apre inoltre un’area dedicata ai film realizzati attraverso strumenti di intelligenza artificiale. Fabrizio Ferrari ne riconosce il potenziale: «Si possono fare delle cose pazzesche, altro che Star Wars o Stargate - ironizza . Con l’Ai ci sono delle vere Apocalissi».
Una questione che è molto dibattuta. L’uso dell’Ai nel cinema rischia infatti di sostituire attori e tecnici con performer digitali, creando inoltre incertezze su copyright, diritti e consenso, soprattutto quando replica volti o stili reali.
Nel 2023 attori e sceneggiatori statunitensi hanno messo in atto una grande protesta, scioperando proprio contro l’uso non regolamentato dell’Ai, temendo replica digitale dei volti, perdita di lavoro e utilizzo senza consenso delle loro immagini. Lo sciopero aveva poi portato a nuovi contratti con regole più rigide sull’intelligenza artificiale.
Accanto alla fascinazione quindi emergono dubbi legati alla natura stessa dell’attore digitale. L'Ai mette in discussione il ruolo dell’autore, tra creatività umana e produzioni generate da algoritmi che al momento rischiano di uniformare l’estetica: «C’è il punto interrogativo: non si può chiamare un attore il personaggio del film girato con l'intelligenza artificiale - precisa Fabrizio Ferrari - perché è un personaggio sempre animato, un cartone alla fine, cioè non è di carta però è finto».
Nello spirito costruttivo del Festival, il tema spigoloso sarà quindi affrontato in un incontro pubblico previsto domenica 23 nell'ambito del panel riflessivo sulla trasformazione dell’audiovisivo.
Il Nuovo Cinema Aquila è la sede principale del RIFF e ospita le proiezioni dal 21 al 28 novembre, dalle 16 a mezzanotte.
Il Cinema Farnese entra invece in programma nei tre giorni centrali: lunedì 24, martedì 25 e mercoledì 26 novembre, con una struttura fissa che prevede documentari alle 19 e lungometraggi alle 21.
Proprio al cinema Farnese uno degli appuntamenti più attesi della settimana: il panel con Paul Haggis, due volte premio Oscar, insieme agli sceneggiatori Stefano Bises e Daniele Cesarano. Una conversazione dedicata alla scrittura che richiama già l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori.
Tra prime visioni, registi in sala, nuove sperimentazioni e confronti pubblici, il Riff 2025 si conferma così un laboratorio vivo. Lontano dalla dimensione sempre più mainstream dei grandi festival internazionali, Ferrari difende un’idea di indipendenza concreta, fatta di scoperte, dialogo e libertà creativa.
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