
Dopo un tour internazionale, il libro «Siamo ragazzi, non siamo diagnosi» di Vincenza Palmieri diventa una campagna sociale con l’obiettivo di innescare nella società un «cambiamento normativo in ambito scolastico, al fine di prevenire il ricorso alla diagnosi».
La campagna è partita da Roma, martedì 18 novembre, alla sala stampa della Camera dei Deputati, a pochi giorni dalla Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
«Assistiamo ad un proliferare costante di diagnosi nei confronti dei ragazzi», ha esordito Palmieri, fondatrice della Pedagogia Familiare, da anni impegnata nella tutela dei diritti umani, dei bambini e delle famiglie. «Questa indole a medicalizzare che tende a mettere in una "scatola" i nostri ragazzi, crea sicurezza agli adulti ma soprattutto favorisce quel sistema di business che c'è intorno alle diagnosi e intorno alle terapie», ha aggiunto l’autrice, presidente dell'istituto nazionale di Pedagogia Familiare.

Il testo (Armando editore, ndr) e il dibattito che ne è seguito puntano non solo alla denuncia ma anche alla proposta: al centro della campagna, infatti, c’è «l’Osservazione della Performance: un approccio totalmente alternativo alla standardizzazione diagnostica» che riprende le tecniche didattiche tradizionali della scuola italiana. Un metodo che si focalizza sull'osservazione diretta dei bambini e dei ragazzi senza il «pregiudizio diagnostico» per esaltare le competenze presenti ed intervenire in maniera mirata su ciò che deve essere risolto o corretto, evitandone l'etichettatura diagnostica e le sue conseguenze.
Durante l’incontro, moderato dall’avvocata e giornalista Emanuela Fancelli, si è parlato anche del ruolo fondamentale degli insegnanti e di quello dei social media e della comunicazione a cui il libro dedica due capitoli. Un video di una Tiktoker ha avviato il dibattito sull’utilizzo degli psicofarmaci tra i giovani. E’ proprio sui social che molto spesso vengono mostrati gli unboxing di questo tipo di medicine, utilizzate senza ricetta, di cui vengono esaltati i benefici. «Quando si arriva a questo punto, quando una ragazza dice “sono carina e allegra perché assumo psicofarmaci”, vuol dire che sono stati strappati sogni e speranze ai giovani», ha sottolineato Palmieri.
Da Roma a resto d’Italia: la campagna proseguirà la sua corsa con l’intento di «diffondere l'Osservazione della Performance in tutto il Paese» mantenendo alta l'attenzione sul dibattito legislativo». L’obiettivo finale? «Suggerire un'alternativa concreta per vedere i ragazzi come cittadini in crescita e non come diagnosi», ha concluso Palmieri.

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