Roma, 20 novembre 2025
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Nella scuole nascono le Aule delle Emozioni: il progetto pilota che vuole cambiare la scuola italiana e prevenire la violenza di genere

È stato presentato nella mattinata di martedì 18 novembre nella sala del Carroccio in Campidoglio Spazio Emozione

di Redazione La CapitaleULTIMO AGGIORNAMENTO 6 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Roma prova a trasformare le classi in luoghi dove si impara a riconoscere, nominare e condividere ciò che si prova. È stato presentato nella mattinata di martedì 18 novembre nella sala del Carroccio in Campidoglio Spazio Emozione, il progetto ideato da ScuolAttiva Onlus con il sostegno di Boeing Italia, il contributo scientifico di Fondazione Libellula e il patrocinio dell’assessorato capitolino alle Attività produttive, pari opportunità e attrazione investimenti e del comune di Grottaglie. L’obiettivo: educare fin dall’infanzia alla consapevolezza emotiva, per prevenire la violenza di genere e costruire relazioni basate sulla parità.

Le voci dei bambini protagonisti

L’incontro si è aperto con le voci dei bambini e delle bambine dell’istituto comprensivo via Luca Ghini, che hanno raccontato le proprie emozioni e il bisogno di una scuola in cui sentirsi ascoltati. Un dialogo a cui hanno risposto l’assessora capitolina Monica Lucarelli, Anna Clementina Veclani (Managing Director per Italia e Sud Europa di Boeing), la presidente di ScuolAttiva Onlus Simona Frassone, la capa comunicazione di Fondazione Libellula Francesca Panigutto e l’insegnante Maria Luisa Cardarelli.

Cosa sono le Aule delle Emozioni

«Se vogliamo davvero costruire un Paese libero dalla violenza di genere, dobbiamo partire da qui: dall’educazione e dalla capacità di riconoscere le emozioni. È una sfida culturale prima che sociale, e riguarda il modo in cui formiamo le nuove generazioni a vivere relazioni paritarie. Roma sta già tracciando questa direzione con progetti che mettono al centro le competenze emotive, la parità e il rispetto reciproco. Sostenere un’Aula delle Emozioni in ogni scuola significa investire nelle nuove generazioni. Dotare bambine e bambini degli strumenti per leggere ciò che provano, riconoscere i propri limiti, rispettare quelli degli altri, uscire dagli stereotipi», ha dichiarato Lucarelli.

Le prime due Aule delle Emozioni nasceranno proprio all’istituto comprensivo via Luca Ghini e all’istituto comprensivo Edmondo De Amicis di Grottaglie: saranno inaugurate tra marzo e aprile 2026.

Frassone ha spiegato così il senso dell’iniziativa: «La missione di ScuolAttiva nasce dal desiderio di offrire alle scuole, soprattutto quelle che operano in contesti di disagio socio-economico, strumenti concreti per creare nuove opportunità educative. Il progetto Spazio Emozione va esattamente in questa direzione: non è solo uno spazio fisico, ma un presidio educativo che permette ai più piccoli di riconoscere ciò che provano superando quegli stereotipi che possono diventare terreno fertile per forme di sopraffazione. Educare all’affettività significa investire sul futuro del Paese. Vogliamo che ogni scuola italiana, a partire da quelle più vulnerabili, possa dotarsi di un’Aula delle Emozioni, uno spazio dove imparare a dare valore alle differenze costruendo relazioni sane».

Il pronto soccorso delle emozioni

Al centro del progetto c’è un kit didattico con una guida per i docenti e un Pronto soccorso delle emozioni per bambine e bambini: uno strumento pensato per aiutarli a riconoscere e gestire le emozioni forti. Attraverso attività come “Posso essere chi voglio”, si lavora sul pensiero critico, la decostruzione degli stereotipi e la capacità empatica, favorendo inclusione e creatività.

«È un onore per Boeing sostenere Spazio Emozione: un progetto che mette al centro l’educazione emotiva come strumento concreto per prevenire la violenza di genere, così come ogni altra forma di prevaricazione tra coetanei, e costruire relazioni sane fin dalla scuola primaria. A Boeing crediamo che investire nella formazione dei più giovani, con strumenti semplici ma efficaci, significhi promuovere una cultura della parità, del rispetto e dell’inclusione. Siamo orgogliosi di collaborare con ScuolAttiva e Fondazione Libellula per portare nelle scuole italiane pratiche che aiutino ragazze e ragazzi a riconoscere, nominare e gestire le proprie emozioni: è così che si coltiva un futuro più sicuro e più giusto per tutti», ha commentato Veclani.

Formare chi educa

Accanto al percorso per i bambini, il progetto dedica grande attenzione ai docenti: Fondazione Libellula ha realizzato un corso di tre incontri, inserito in piattaforma S.O.F.I.A. e promosso da ScuolAttiva, che affronta educazione all’affettività, gestione delle emozioni e prevenzione degli stereotipi di genere.

«Formare chi educa è uno dei passi più importanti per prevenire la violenza di genere», ha spiegato Panigutto. «Nel percorso S.O.F.I.A. che abbiamo progettato per Spazio Emozione, abbiamo scelto di mettere al centro non solo le competenze didattiche, ma le persone: i loro sguardi, le loro pratiche quotidiane, il modo in cui possono trasformare la classe in un luogo dove le emozioni sono accolte e gli stereotipi riconosciuti e decostruiti. Nei tre incontri formativi lavoriamo su consapevolezza emotiva, linguaggi, dinamiche relazionali e costruzione di ambienti inclusivi, fornendo strumenti concreti per affrontare i piccoli segnali che, se ignorati, possono crescere e diventare discriminazioni o comportamenti violenti. Per Fondazione Libellula questo progetto rappresenta esattamente ciò in cui crediamo: sostenere gli adulti che hanno un ruolo educativo, perché ogni cambiamento culturale inizia da chi accompagna bambini e bambine ogni giorno».

Un impegno che parte dalla scuola

La presentazione arriva alla vigilia del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e ribadisce il ruolo cruciale della scuola nella prevenzione. Spazio Emozione vuole diventare un modello nazionale: un invito a costruire classi dove si impara a prendersi cura, a esprimersi, a rispettare le differenze, per crescere generazioni più consapevoli e libere dalla violenza.

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