Roma, 10 ottobre 2025
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Il Clivo di Villa Celimontana riapre dopo decenni: concluso il restauro e avviati i lavori per completare la riqualificazione del parco

L’opera è stata coordinata dal dipartimento Tutela ambientale del Campidoglio e finanziata con 1,2 milioni di euro di fondi capitolini

di Camilla PalladinoULTIMO AGGIORNAMENTO 8 ore fa - TEMPO DI LETTURA 4'

(Foto di Camilla Palladino)

Roma ritrova uno dei suoi angoli più affascinanti e dimenticati: il Clivo di Villa Celimontana torna accessibile dopo decenni di chiusura, grazie a un intervento di restauro che ha restituito vita e splendore al pendio seicentesco che collega il cuore del Celio con i giardini della villa. L’opera, coordinata dal dipartimento Tutela ambientale del Campidoglio e finanziata con 1,2 milioni di euro di fondi capitolini, ha permesso di ricostruire i percorsi e i viali, restaurare le murature, riattivare le fontane storiche, ripristinare l’impianto vegetale e riportare alla luce il suggestivo Giardino degli Agrumi, che torna a fiorire come ai tempi dei Mattei.

La storia del Clivo

Il Clivo, realizzato nei primi anni del Seicento come parte integrante della villa Mattei-Celimontana, era un articolato sistema di terrazzamenti, fontane e giochi d’acqua che scendevano dolcemente verso la valle delle Terme di Caracalla. Un paesaggio scenografico immortalato nell’incisione di Giovanni Battista Falda, poi compromesso dall’usura del tempo e da decenni di abbandono. Il recente intervento ha ricomposto con rigore e delicatezza questa struttura storica, rispettando la sua originaria armonia tra architettura e natura.

Le operazioni di riqualificazione

Le operazioni hanno previsto un accurato lavoro di bonifica della vegetazione infestante, il risarcimento dei danni murari e la restituzione dell’acqua alle fontane, tra cui la seicentesca Fontana del Fiume e la Fontana dei Mostri Marini. Particolare attenzione è stata dedicata al Giardino degli Agrumi, situato nel secondo terrazzamento meridionale e accessibile da un portale neogotico in ferro battuto: un piccolo spazio segreto che oggi accoglie due vasche restaurate e 40 nuovi alberi appartenenti a 15 specie storiche della tradizione florovivaistica italiana, comprese varietà medicee come il Limon ponzinus e l’Aurantium distortum.

Il Ninfeo riportato alla luce

Tra i ritrovamenti più significativi emersi durante i lavori c’è il Ninfeo ipogeo noto come «Ninfeo dell’Uccelliera», una delle poche testimonianze originali della sistemazione storica del Clivo: l’elemento è stato recuperato dagli studi e presentato ufficialmente al sindaco Roberto Gualtieri durante la cerimonia di inaugurazione. Il ritrovamento e il consolidamento del ninfeo conferiscono al percorso una fusione più netta tra il paesaggio verde e le vestigia storiche che guardano alle vicine Terme di Caracalla.

La nuova illuminazione

L’intervento ha anche previsto la ripiantumazione di essenze arboree autoctone e ornamentali, il recupero dei basamenti delle antiche pergole e la posa di un moderno sistema di micro-irrigazione, oltre alla realizzazione di un impianto di illuminazione completamente rinnovato: 31 punti luce a tecnologia led, progettati da Areti, tra mensole e pali «Pincio», per coniugare sicurezza e valorizzazione paesaggistica. «Siamo molto soddisfatti dei lavori portati a termine. L’illuminazione, voglio ricordarlo sempre, significa non solo bellezza ma anche e soprattutto sicurezza per i cittadini. Il nostro impegno prosegue per una città più sicura e illuminata», ha dichiarato Raffaele De Marco, amministratore delegato di Areti.

L'inaugurazione del Clivo

La riapertura del Clivo è stata presentata alla città dal primo cittadino insieme all’assessora capitolina all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi, alla presidente del I municipio Lorenza Bonaccorsi e a Eleonora Ronchetti della Sovrintendenza capitolina. Il sindaco ha sottolineato come l’intervento rappresenti un tassello fondamentale nella strategia di riqualificazione del Celio, che comprende anche il progetto CarMe – Centro Archeologico Monumentale e la rigenerazione dell’area dei Fori Imperiali e del Parco del Colosseo. «Inauguriamo un angolo di bellezza straordinario, chiuso da tempo e oggi riqualificato in tutto il suo splendore. Il sentiero del Clivo intreccia storia, arte e natura, connettendosi agli interventi in corso all’interno di Villa Celimontana», ha sottolineato il sindaco.

Il secondo progetto di restauro di Villa Celimontana

In parallelo, all’interno della stessa Villa Celimontana, sono partiti i lavori di un secondo grande progetto di restauro, finanziato con oltre 1,8 milioni di euro, che punta a riqualificare l’intero patrimonio vegetale, le fontane, le pavimentazioni e gli arredi. Gli interventi comprendono anche la ricostituzione delle siepi e delle spalliere di agrumi, la valorizzazione del circolo di cipressi nell’area dell’Obelisco Mattei e dei filari di Quercus ilex lungo il viale delle Muse, il restauro del tempietto neogotico e delle fontane artistiche, il recupero dell’arredo scultoreo e la sistemazione dell’area ludica con materiali ecocompatibili.

Un dialogo tra verde e vestigia archeologiche

L’assessora Alfonsi ha evidenziato come l’inaugurazione del Clivo segni una tappa importante nel percorso di rinascita delle ville storiche romane, dopo gli interventi su Villa Ada, Villa Pamphilj, Villa Sciarra e Mole Adriana. Il restauro, ha ricordato, ha riportato alla luce la vocazione originaria del luogo: un punto di connessione tra il verde e le vestigia archeologiche, in dialogo con le Terme di Caracalla e il Palatino. «Con l’inaugurazione del Clivo - ha detto l'assessora - consolidiamo il grande lavoro già fatto sulle ville storiche, proseguendo l’impegno per valorizzare al meglio il patrimonio architettonico, paesaggistico e vegetazionale di Roma».

Villa Celimontana, che si estende per oltre undici ettari nel cuore del I municipio, conferma così la sua identità di spazio in cui natura, arte e storia si intrecciano. Con il recupero del Clivo e il nuovo cantiere già avviato, Roma restituisce ai cittadini un giardino rigenerato, simbolo di equilibrio tra tutela e fruizione, e un nuovo tassello del più ampio disegno di valorizzazione del patrimonio storico-paesaggistico della Capitale.

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